I Glover (Gabriele D'Angelo & Massimo Fava) sono una vecchia conoscenza della rubrica Space Scout. A nove mesi dal nostro incontro sono riusciti a sfornare il loro primo cd dal titolo emblematico "Se non altro è quasi metafora", totalmente creato e autoprodotto dai due vocalist. Una scelta coraggiosa certamente ma con l'obbiettivo di esporre in maniera assolutamente senza filtri - manager, casa discografica e altro - la proprio arte espressiva.
Le tracce del disco sono in tutto quattordici, un po' troppe per un'opera prima ma l'esigenza di comunicare evidentemente ha avuto la meglio. E come dar ai Glover torto? Ad un primo ascolto quel che colpisce è sicuramente il ricco background musicale non riconducibile al panorama italiano. C'è molta America - soul e venature r&b - ma anche l'elttronica inglese che si ricollega agli anni 80. Il singolo "Strani sintomi" è la summa del progetto musicale, anche se "Niente di particolare" è uno dei brani più incisivi perché suggerisce immagini, odori e sapori come un film. Come anche il brano che chiude il disco - solo voce - "Dormi così", in cui si esaltano le potenzialità espressive e vocali del duo.
Molti spunti musicali interessanti dal già citato "Strani sintomi" a "Solo persone", da "Amami lo stesso" a "Spazzolino". Fin qui i punti di forza di questo disco controbilanciati però da altri sfumature più oscure.
La scrittura è semplice, fuori di "metafora" giusto per citare il titolo, immediata e diretta ma alquanto debole. "La scienza cerca una risposta ma per te è già bandiera bianca", "Cambierò abitudini, lavorerò sui miei difetti non vivrò mai più in funzione di nessuno", "Di quel che già so, errata corrige, c'è molto di più/ L'imprevedibile non fa più per me". Inoltre la ricchezza di spunti musicali, per certi versi rivoluzionaria, avrebbero potuto esser meglio sviluppare e consolidate in mano a un produttore che avrebbe potuto coniugare l'anima dei Glover con l'esperienza di chi lavora nella musica da qualche anno in più. Ma i concerti dal vivo, ancora nuove canzoni e l'aprirsi verso prospettive artistiche e musicali non solo dell'ambito romano - che pure ha sfornato altri talenti Niccolò Fabi e Daniele Silvestri, per citarne alcuni - potranno colmare sicuramente queste lacune, che comunque non compromettono la resa finale di un disco che merita di essere ascoltato con attenzione e interesse.
Andrea Conti