E' in scena al Teatro Manzoni di Milano fino al 28 novembre "Voglia di tenerezza", riduzione teatrale del romanzo di Larry McMurtry, da cui era stato tratto anche il film che nel 1983 vinse tre premi Oscar. Protagonista nel ruolo di Aurora, donna rimasta vedova alle prese con un complicato rapporto con la figlia, è Anna Galiena che a Tgcom spiega di essere rimasta affascinata dai complessi rapporti tra i personaggi, tra odio e amore.
E' questo uno spettacolo in cui commedia e dramma convivono in modo perfetto, come accade nella vita di tutti i giorni, con personaggi così vicini alla nostra realtà da farne quasi dei famigliari. Rispetto a quanto era stato fatto per il film del 1983, interpretato da Shirley McLaine, Jack Nicholson e Debra Winger, ladattamento per il teatro, firmato da Dan Gordon, accentua ancor di più, per la sua asciuttezza e la conseguente rara intensità, la componente umana, esaltando con mille sfumature, comiche, drammatiche, poetiche, lazzeccatissimo titolo italiano Voglia di tenerezza.
Sul palco con Anna Galiena ci sono Karin Proia nella parte della figlia e Fabio Sartor in quella di Garrett, l'astronauta orso che con Aurora instaura una relazione. La regia è firmata da Gino Zampieri. "Di questo testo mi hanno rapita i rapporti tra i personaggi - spiega la Galiena -, il fatto che siano così estremi nel loro modo di essere, nel loro continuare a respingersi e però allo stesso tempo cercarsi in virtù del grande bisogno di tenerezza che li lega".
L'attrice sottolinea come non debbano essere fatti paralleli con la versione cinematografica. "Questo non è cinema portato in teatro - puntualizza - ma questa è una riduzione dal libro pensata appositamente per il teatro. Per esempio ci sono solo tre personaggi, del marito di Emma si parla continuamente ma non compare mai". C'è qualcosa che accomuna la Galiena al personaggio di Aurora? "Sicuramente il modo di vivere alcune cose, per un certo ardire che lei ha, il coraggio nell'essere disposta a cambiare vita". E in cosa invece si sente lontana? "Nel suo voler imporre il suo modo di vita ai figli - risponde -. Sono convinta che se tu imponi troppo ai figli alla fine scappano, e possono anche scappar male. Va bene crescere con dei principi, ma i figli sono fiori che vanno lasciati liberi di sbocciare, fatti crescere per quello che sono".
Massimo Longoni
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