"La scuola è finita", nelle sale dal 12 novembre, rompe un tabù: la droga nelle scuole. La pellicola è ambientata tra aule e banchi luridi, porte sfondate, studenti annoiati e "i professori demotivati che condividono la droga con gli allievi", spiega la protagonista Valeria Golino a Tgcom. L'attrice è la docente Daria che aiuta il problematico Alex (Fulvio Forti). E l'amore con Scamarcio? "Va benissimo, non se ne parla più perché va bene".
Nel film di Valerio Jalongo - regista e vero professore in un istituto tecnico - Daria (Golino) e Aldo (Amato), sono marito e moglie in crisi e insegnanti nello stesso istituto professionale, dove cercano di aiutare Alex (Fulvio Forti, ex studente e provinato dopo 700 selezioni) un allievo con un grande talento per la musica ma con problemi familiari e di droga. Daria cerca di comunicare attraverso il dialogo, e Aldo attraverso la comune passione per la musica, ma saranno percorsi rischiosi.
Da un incontro tra il regista e il leader de Le Vibrazioni Francesco Sàrcina è nato il brano Va così. Tutto è avvenuto quando il disco era ancora in fase di registrazione durante la produzione del film. Sàrcina è stato uno studente del Pestalozzi, listituto che fa da cornice alla storia. Va così è un inno alla ribellione, unesortazione a reagire al torpore a cui ci condanna la monotonia della vita quotidiana. Un vestito musicale che Francesco Sàrcina ha cucito addosso a Valeria Golino e al suo personaggio, figura nevralgica di tutto il film che sa come incantare il mondo con quegli occhi grandi come il mare.
Come mai hai subito accettato di interpretare Daria?
E' un ruolo che mi portava fuori dalle cose che ho fatto fino ad adesso. Questo film parla anche di una donna più nevrotica con una isteria interna ma buona e che si muove in buona fede. Mi sembrava di coglier questo personaggio in un momento molto curioso della sua esistenza, dopo la separazione dal marito in cui ha fatto tabula rasa della sua vita. Nel suo lavoro cerca un riscatto, solo che istaura con questo ragazzino problematico un rapporto troppo affettuoso e questo turba l'equilibrio dei suoi rapporti.
Che differenze hai notato rispetto alla scuola di qualche anno fa?
L'autorità dei professori è molto diminuita non come negli anni 60 o post Sessantottini in cui c'era una ribellione contro lo schema della cultura e dei professori. Noi raccontiamo una scuola in cui i professori sono meno interessati, mal pagati e mortificati da un sistema che non li tratta con importanza per la delicatezza del lavoro che fanno, così importante, legato all'educazione.
Cosa ricordi della tua esperienza scolastica?
Non sono mai stata bocciata ed è già qualcosa. Ho sempre studiato molto poco e non so come sono riuscita a sopravvivere a quegli anni anche perché ho frequentato diversi isituti in Grecia e in Italia. Sono stata rimandata una volta sola e ammetto di essere stata una alunna distratta e oggi mi spiace molto perché se fossi stata un po' più attenta, sarei stata una allieva migliore. E poi dentro casa avevo mio padre che era professore e la moglie di mio padre era pure lei professoressa... Insomma non è stato facile! (ride, ndr)
Infine una domanda sulla tua relazione con Riccardo Scamarcio, si sono spenti i riflettori su di voi, perché?
Forse perché non diamo spettacolo, quando le cose vanno bene tra le persone non fanno notizia. Questo penso dipenda da un certo tipo di stampa, ossia il gossip basato sulla maldicenza. Noi alla fine ci mostriamo quando dobbiamo promuovere un film e comunque confermo che va tutto bene.
Andrea Conti