Michael Jackson morì per una dose eccessiva di un potente anestetico che lui stesso si sarebbe iniettato. E' questa la tesi difensiva che il medico personale del cantante, Conrad Murray, sosterrà al processo, secondo fonti vicine ai legali di Murray citate dal sito TMZ. La difesa di Murray sosterrà che mentre Jackson si iniettava una dose di Propofol, il medico era uscito per pochi minuti dalla stanza del cantante.
Secondo i legali di Murray, la mattina in cui il cantante morì lui stesso gli somministrò una dose di 25 milligrammi di Propofol, per aiutarlo a dormire. Senonché il cantante si sveglio' proprio mentre il medico non era nella stanza e prese autonomamente una ulteriore dose del farmaco. Che gli risultò fatale.