Ornella Vanoni a Tgcom con "Più di te"
Dieci le canzoni che compongono "Più di te" di Ornella Vanoni, in uscita venerdì: da "Quanto tempo e ancora" di Antonacci (primo singolo) a "Anima", in duetto con Pino Daniele ("un uomo che adoro"). Brani scritti da cantautori, tranne "I Maschi" della Nannini ("lei è un po' uomo e un po' donna"). La cantante racconta a Tgcom i viaggi in Grecia con Gianni Versace, gli amori, la solitudine e quando in Argentina era "come la Madonna" ma poi...
L'incontro con Ornella Vanoni è fissato a casa sua, in centro a Milano. Arrivo in anticipo e aspetto davanti al portone con un mazzo di fiori in mano, a casa di una signora non si va mai a mani vuote. D'un tratto appare la cantante che mi fissa e sorride "e tu che ci fai qui?". "La dovrei intervistare" rispondo, "ah ok sali, vieni con me" e apre il portone. Poi osserva i miei capelli e dice: "Appena arriviamo a casa te li sistemo con il gel". Inizia così un incontro informale, la lunga chiacchierata con una delle donne che hanno segnato la storia della musica italiana.
Partiamo dal disco "Più di te", come nasce l'idea?
Non ci crederai ma è nato in soli sei giorni. Me l'hanno chiesto dalla casa discografica e siccome mi piace 'visitare' il mondo degli altri, ecco ora penserai che sono una presuntuosa (ride, ndr), ho accettato al volo. Ognuno ha detto la sua sulle canzoni da scegliere e siamo partiti con Mario Lavezzi e il mio fonico in una villa in Maremma per cercare un po' di tranquillità e incidere solo quando pareva a noi, alle undici di sera come alle quattro del pomeriggio.
Ma la fretta incombeva...
Ci chiamavano al telefono e dicevano "allora il disco è pronto?". E che palle! Per la fretta è rimasta fuori una canzone molto bella di Daniele Silvestri "Le cose in comune". Non l'ho capito subito il testo, c'è voluto un po' di tempo per 'entrarci'. Peccato, mi è dispiaciuto.
C'è qualcuno che non ha voluto duettare con lei?
Zucchero, anche se ho voluto fortemente la sua "Dune Mosse" che trovo sia un brano bellissimo. Beh poi a Vasco neanche l'abbiamo chiesto, figurati!
Qual è la collaborazione in questo disco che le ha regalato più emozioni?
Quello con Pino Daniele, la sua "Anima" è un pugno allo stomaco per quanto sia ricca di intensità.
Ha avuto difficoltà ad interpretare brani maschili?
Direi di no. Alla fine in ognuno di noi convivono sia l'animo maschile che quello femminile. Alla fine tra uomo e donna i sentimenti sono uguali, cambiano solo gli istinti.
Com'è oggi il barometro sentimentale tra uomini e delle donne?
Vedo tante persone sole, nei bar, nei locali... Oggi gli uomini vengono travolti dall'aggressività delle offerte sessuali, indiscutibilmente anche la donna è cambiata. Però c'è ancora il timore nei confronti di una signora colta e preparata, così molto spesso ci si ritrova da soli. Io vivo molto bene con la mia solitudine, ad esempio, e poi sono autoironica. Ma si sa, che l'ironia non è dell'Italia.
(nella pagina seguente Ornella Vanoni parla dei suoi amori, di Gianni Versace, della carriera di attrice...)
Chi ha amato la sua ironia?
Gianni Versace. Oltre a essere la sua musa per anni, l'ho conosciuto proprio agli inizi della sua carriera, sono stata una vera amica per lui. Conoscevo tutta la sua famiglia e anche Donatella, appena 19enne e con un viso bellissimo. Con Gianni ci divertivamo un mondo, mi ricordo quando mi faceva i vestiti e diceva (imita il tono della voce, ndr) 'allora ne facciamo due visto che tu tendi a dimagrire ed ingrassare d'un colpo' (ride, ndr). E poi ancora ricordo quando eravamo a casa sua, si faceva preparare la cena dalla servitù e congedava tutti. Al momento di metterci a tavola, io, lui e il compagno Antonio D'Amico ci riscaldavamo la zuppa e mangiavamo da soli, chiacchierando di tutto. E poi quando lui ha iniziato a confezionare gli abiti con il metallo, stupendi per carità, ma d'inverno indossarli era sempre una tortura perché erano freddissimi, d'estate poi non ne parliamo mi era addirittura venuta una bruciatura dietro la nuca!
Cosa le manca di Gianni?
La sua generosità e l'essere in sintonia sempre. Spesso andavamo a fare i viaggi insieme, in Grecia o in Cappadocia. Quando era il turno di visitare i museo, mentre tutti gli altri perdevano delle ore a studiare le sfumature dei quadri o prendere appunti, io e lui ci guardavamo intorno, esaminavamo i quadri velocemente, ci prendevamo la mano e dicevamo 'ciao a tutti' e uscivamo subito. Ho sofferto molto quando è morto, specialmente per come si sono comportati i suoi parenti...
A cosa si riferisce?
Dopo i funerali ho scritto una lunga lettera a Santo e Donatella. Non mi hanno mai risposto, ci sono rimasta malissimo...Ma forse la colpa è mia che non so scrivere.
Ha amato molti uomini, e molti di questi erano famosi, cosa le è rimasto di loro?
Sono stata con artisti come Pomodoro e anche Gino Paoli. Ma alla fine sono sempre rimasta sola, uomini importanti sicuramente ma poi qualcosa non è andato. Però Gino, ancora oggi, non lo capisco quando ride o quando piange. Gioca sempre con gli occhi e sembra voglia dirti sempre qualcosa.
Avete fatto un lungo tour tra il 1984 e il 1985, poi di nuovo nel 2005...
E torneremo ancora, vedrete.
Paoli in una intervista, di quel periodo, disse che avrebbe voluta vederla più felice.
E' vero. Non attraversavo un bel momento, soffrivo molto la solitudine (oggi non più) e avevo anche dei serissimi problemi di salute alla gola, quindi salivo sul palco sempre con il panico che non funzionasse 'lo strumento'.
E suo figlio Cristiano l'ha aiutata?
Mi fa ridere quando dicono che i figli servono per portare avanti la razza! Ma che cosa assurda... I figli sono solo un atto d'amore sempre e comunque, qualsiasi cosa accada. E sono gli unici al mondo che conoscono molto bene genitori e viceversa.
Si è mai rimproverata qualcosa per il rapporto con suo figlio?
Tantissime cose. Mi sono fatta male ma ora non più, ho pagato a dovere.
Un piccolo tuffo nel passato. Nel 1964 "Rugantino" sbarca a Broadway...
Pensa che c'erano i sottotitoli in inglese a teatro e per stare dietro alla mia parlantina veloce era un dramma (ride, ndr). Infatti Aldo Fabrizi mi prendeva sempre in giro 'Aò statte calma, statte calma'. A New York non è andata molto bene, invece in Argentina è stato un successo clamoroso e siamo rimasti in cartellone per diverso tempo. Ero venerata come la Madonna, non pagavo mai i conti e neanche il taxi. In una sola giornata tenevo addirittura tre concerti: pomeriggio, sera e a notte inoltrata. Ma poi...
Cos'è accaduto?
Per un episodio che non commisi neanche io, fui incarcerata e dopo liberata. Ma fui bandita in tutto il territorio e la mia bellissima avventura finì.
Sempre a proposito di teatro, ha recitato con Albertazzi nel 1985 in "Commedia d'amore". Cosa le è piaciuto di Giorgio?
E' un bambino, un eterno bambino.
Dopo aver lavorato anche con il suo pigmalione Strehler, ha deciso poi di intraprendere la carriera di cantante che lei definisce "contraria alla mia natura". Perché?
E' stata una vera violenza, pregavo prima di ogni spettacolo che invadessero il teatro le cavallette o che giungesse un uragano.
Si sentiva più sicura a teatro?
No, no le assicuro che pregavo anche allora, eccome se pregavo (ride, ndr).
Finisce così con una risata l'incontro con Ornella, che spiazzante dice "Ma lo sai che sei tenero?", mi accompagna alla porta mi mette la giacca, un'ultima occhiata ai miei capelli si avvicina e baciandomi il naso conclude "Che Dio ti benedica".
Andrea Conti