Convince il film di Zack Snyder
Anche "Watchmen" non sfugge alla regola per cui preventivamente ogni appassionato di fumetti ritiene che la trasposizione cinematografica di una graphic novel sia una "boiata pazzesca". A maggior ragione, trattandosi di un capolavoro della letteratura che supera gli steccati del fumetto stesso (nel 2005 "Time" lo ha incluso tra i 100 migliori libri in lingua inglese del XX secolo), e considerato che il suo autore Alan Moore si è dissociato dalla pellicola (il suo nome non appare da nessuna parte), i timori di trovarsi di fronte a un film malriuscito non sono infondati.
E invece no: "Watchmen" è un gran bel film, e se qualcuno ne ha parlato come evento cinematografico della primavera del 2009 non l'ha sparata grossa, anche se la critica americana si è spaccata a metà. La trama del fumetto, tanto complessa quanto avvincente, è stata ripresa pressoché fedelmente sul grande schermo.
Siamo negli Stati Uniti, in un 1985 parallelo a quello che la storia ci ha consegnato. Nell'universo di Moore, Nixon è ancora presidente, gli americani hanno vinto in Vietnam, la "guerra fredda" rischia di precipitare in un conflitto con i sovietici e il terrore per un attacco nucleare non fa dormire sonni tranquilli agli americani. Sullo sfondo un omicidio, quello del Comico, un watchman, ossia un guardiano, un supereroe senza super poteri che fino a pochi anni prima, con un altro gruppo di persone mascherate, assicurava la pace e la giustizia prima che lo stesso gruppo fosse messo fuori legge.
Alla sua morte un altro watchman, l'inquietante Rorschach, cerca i compagni Spettro di Seta II, Gufo Notturno II (entrambi eredi di due watchman degli anni '40), Ozymandias e Dottor Manhattan (l'unico ad avere dei super poteri, dovuti a un incidente nucleare di cui era stato vittima), perché è convinto che qualcuno li voglia far fuori tutti.
L'evolversi della storia lascia spazio a inquietudini e apprensioni, ma non trascura l'azione e il sentimento. Frequenti flashback, come nel fumetto originale, contribuiscono a ricostruire una vicenda a tratti, consentiteci l'aggettivo, epica, che racconta mezzo secolo "alternativo" attraverso gli occhi visionari di Alan Moore, che sarà pure intrattabile e antipatico, ma è un genio della letteratura, disegnata e non (leggere anche "V for Vendetta" o le storie di "American Best Comics" per capire di chi stiamo parlando).
Il regista Zack Snyder, lasciate quasi del tutto (e sottolineamo quasi) le atmosfere estreme, barocche ma affascinanti di "300" (film tratto dall'omonimo capolavoro sempre a fumetti firmato da un altro grande, Frank Miller), ha scelto una narrazione asciutta, intimista, che dà molto spazio ai pensieri dei protagonisti proprio come nelle strisce originali, affidandosi ai necessari effetti speciali senza farsi prendere troppo la mano, considerandoli come parte integrante della narrazione e non come capriccio stilistico.
"Watchmen" dura quasi tre ore, fattore spesso scoraggiante, ma quello è il tempo necessario per sviluppare la storia. E attenzione anche alla colonna sonora, molto anni '80, con punte pacifiste che piacerebbero anche ad Alan Moore. Che, detto tra noi, magari di nascosto, il film l'ha già visto e gli è pure piaciuto.
Domenico Catagnano