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Berlino al via con Jude Law shock

L'attore è un travestito in "Rage"

05 Feb 2009 - 10:02

Inizia la 59esima edizione del Festival di Berlino, che si concluderà il 15 febbraio con la consegna dell'Orso d'oro. Sono 18 i film in concorso che trattano l'amore in tutte le sue declinazioni, tanta famiglia e poi crimini di guerra, terrorismo e thriller. Grande attesa per la proiezione di sabato di "Rage" di Hans-Christian Schmid, un film collettivo in cui Jude Law è un irriconoscibile travestito, top model di punta di una casa di moda.

"Rage" si snoda in 7 giorni con 14 personaggi e uno studente che gestisce un suo blog. Durante lo svolgersi della pellicola accadono un incidente, un omicidio e una crisi nel mondo della moda newyorkese. Sogni infranti, conflitti e confessioni segrete. Per 7 giorni, Michelangelo, un giovane blogger gira delle interviste dietro le quinte di una celebre casa di moda di New York, mentre Merlin, stilista originario del Medio Oriente prepara la sua nuova sfilata. Attraverso le dichiarazioni degli intervistati, tra i quali la celebre top model Minx (Jude Law), il ricco finaziere Tiny Diamonds (Eddie Izzard), la sarta Anita de Los Angeles (Adriana Barraza), il ragazzo che consegna le pizze Vijay (Riz Ahmed), il fotografo di guerra Frank (Steve Buscemi) e la critica di moda Mona Carver (Judi Dench) viene fuori l'immagine di un settore in piena crisi dove la globalizzazione e la crisi economica sono la causa del degrado delle condizioni di lavoro e del fossato che sempre più profondo che separa l'apparenza dalla realtà.

Nel frattempo, Michelangelo diventa l'interlocutore privilegiato dei protagonisti: dopo la morte di una modella sul podio e le conseguenti indagini della polizia le sue interviste si trasformano in vere e proprie confessioni...

(Nelle pagine seguenti le trame degli altri 17 film in concorso a Berlino)

Ma ci sono anche altri film in concorso. Si parte dall'amore. C'p quello iniziatico di "Cherì" di Stephen Frears (G.B -Germania-Francia) che torna a girare con Michelle Pfeiffer dopo "Le relazioni pericolose". Dal romanzo di Colette, il film racconta come una donna di mezza età inizi ad amare un giovane facoltoso quanto inesperto. In "Gigante" di Adri n Biniez (Uruguay-Germania-Argentina ) c'è invece una tenera e timida storia d'amore tra una corpulenta guardia di sicurezza di un supermercato e una donna delle pulizie. Il maestro Andrzej Wajda (Polonia) porta "Tatarak" con Marta, moglie di un dottore di mezza età, che improvvisamente riscopre il potere dell'amore. Amore, colpa e guerra invece in "The Messenger"  (USA - già proiettato al Sundance) del debuttante Oren Moverman. Derek, appena tornato dal fronte  ha il compito di informare le famiglie dei caduti. Inizia però anche a coltivare sentimenti romantici per una giovane vedova.

C'è poi il tema della famiglia. In "Alle Anderen" (Germania) di  Maren Ade si esplorano segreti, frustrazioni e liti di una coppia nel corso di un'estate. La ricerca di amore e famiglia è il tema di "Me one and Only" (USA) di Richard Loncraine con Renée Zellweger e Kevin Bacon. Anne è una sognatrice che negli anni 50 viaggia da una città all'altra per trovare un fidanzato benestante da condividere con i suoi due figli. Ancora famiglia tra colpa e redenzione per "Katalin Varga" (Ungheria -G.B.-Romania ) di Peter Strickland. L'adorata moglie di Antal Borlan non sospetterebbe mai che suo marito è stato responsabile di una terribile atrocità. La famiglia di "Happy Tears" (Usa) di Mitchell Lichtenstein con Demi Moore ed Ellen Barkin è invece quella composta da due sorelle che si ritrovano facendo visita al loro padre. "Ricky" di Francois Ozon
(Francia-Italia), una storia di amore e libertà con al centro la vicenda di un bambino dotato di poteri davvero speciali.

In "Little Soldier" di Annette K. Olesen (Danimarca) di scena l'amicizia, quella tra la giovane soldatessa Lotte che si presta a fare da autista a Lily, una stramba nigeriana. "Storm" di Hans-Christian Schmid (Germania-Danimarca) tratta di crimini di guerra, quelli commessi da un uomo politico croato.  La violenza sessuale come memoria è invece il tema di "The Milk of Sorrow" di Claudia Llosa (Spagna-Perù) protagonista Fausta è affetta da una particolare malattia che colpisce tutte le donne, di generazione in generazione, che subirono abusi durante il periodo del terrorismo in Perù. "In the Electric Mist" (USA) di Bertrand Tavernier con Tommy Lee Jones si annuncia invece come un thriller con protagonista un tenente del Dipartimento di Polizia di New Iberia, in Louisiana.

Il film cinese "Mei Lanfang" (Forever Enthralled), di Chen Kaige, unico film asiatico, è invece la biopic di Mei Lanfang, la più grande star della lirica cinese. "London River" (Algeria-France-Great Britain) dell'algerino Rachid Bouchareb tocca l'attualità ispirandosi agli attentati di Londra del 7 luglio 2005 con un mussulmano e una cattolica uniti nella speranza di ritrovare i propri figli. Infine, in "Mammoth" (Svezia /Germania /Danimarca) di Lukas Moodysson con Gael Garcia Bernal, una coppia di americani tanto impegnati da dedicare poco tempo alla loro bambina che così passa più tempo con la tata filippina e, in "About Elly" di Asghar Farhadi (Iran), il dramma psicologico di Ahmad che torna al suo paese dopo anni vissuti in Germania.

Tra i diciotto film in concorso cinque sono di produzione o coproduzione Usa, e altrettanti tedesca. Anche per gli otto lungometraggi fuori gara vale lo stesso discorso: ben la metà sono ancora a stelle e strisce mentre gli altri quattro fatti in casa. Lo stesso film d'apertura The International è emblematico di questo: regista tedesco (Tom Tykwer) e produzione ancora Usa-Germania.

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