spettacolo

"L'Italia? Fa un cinema culinario"

Durissimo il direttore della Berlinale

02 Feb 2009 - 15:43

Il cinema d'autore italiano è un genere ormai estinto, fatta eccezione per "Gomorra", per questo nessuna pellicola proveniente dalla penisola è stata invitata in concorso alla Berlinale. Un giudizio drastico, tanto più pesante perché espresso al quotidiano "Die Welt" da Dieter Kosslick, direttore del Festival di Berlino. Secondo Kosslick i cineasti italiani si sono ormai specializzati nel genere "culinario", ovvero per palati non raffinati.

Un termino che più dispregiativo non si può. Fu infatti Bertolt Brecht a coniarlo definendo così i lavori teatrali che avevano come unico obiettivo quello di far meglio digerire la cena agli spettatori. Da allora il termine "kulinarisch" è entrato nei dizionari tedeschi per indicare un prodotto artistico che senza grandi sforzi intellettuali mira a soddisfare palati non propriamente raffinati.

Quando gli viene chiesto se questa edizione della Berlinale non sia infarcita di troppi film tedeschi, Kosslick risponde che anche questa volta "ci saranno irritazioni come ogni anno, per il fatto che determinati Paesi non sono rappresentati. L'Italia provvede all'80 per cento del cinema culinario, che è la sua specialità. Il fatto è che non abbiamo un secondo "Gomorra"". Kosslick aggiunge che in questa edizione del festival a fare la parte della Cenerentola e' anche il cinema francese, quando spiega che "molti rimpiangono il cinema francese classico, ma anche là, come da noi, ci sono spesso coproduzioni". Kosslick giustifica l'assenza con le grandi cinematografie europee con il fatto che si fanno avanti "sempre più Paesi nuovi, di cui bisogna tener conto, in aggiunta alla tradizionale rappresentanza delle cinematografie classiche. Anche quest'anno è così, pur se la cosa, dal punto di vista della salvaguardia delle posizioni tradizionali, può dare luogo a critiche".

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