Malato da tempo, aveva 86 anni
Lo scrittore Mario Rigoni Stern è morto ad Asiago (Vicenza), all'età di 86 anni. Malato da tempo, Rigoni Stern è mancato lunedì sera. Tra i suoi scritti più famosi "Il sergente nella neve" dove racconta la sua esperienza di sergente degli Alpini nella disastrosa ritirata di Russia durante la II Guerra Mondiale.
La notizia della sua morte è stata tenuta riservata dalla famiglia, per espressa volontà dello scrittore. I funerali sono stati già celebrati, in forma strettamente privata, nella chiesetta del cimitero di Asiago.
Cresciuto con la famiglia sulla montagna dell'Altopiano di Asiago, Rigoni Stern nel 1938 si arruola volontario alla scuola militare d'alpinismo di Aosta e, più tardi, combatte come alpino nella divisione Tridentina, nel battaglione Vestone, al confine con la Francia al tempo dell' entrata in guerra dell'Italia, quindi Albania, Grecia, Russia. Vieen fatto prigioniero dai tedeschi proprio quando lItalia firma l'armistizio di Cassibile (8 settembre 1943), è trasferito in Prussia orientale. Rientra a casa a piedi dopo due anni di lager, il 5 maggio 1945.
Finita la guerra Rigoni Stern ritorna ad Asiago, prima viene assunto presso allUfficio imposte del catasto del suo stesso comune. Mantiene questo impiego fino al 1970 quando lo lascia per dedicarsi all'attività di scrittore. Nel 1946 si sposa con la moglie Anna dalla quale avrà tre figli.
L'esordio come scrittore avviene nel 1953 con l'autobiografico "Il sergente nella neve" che viene collocato all'interno della corrente narrativa neorealista. Il libro viene pubblicato su indicazione di Elio Vittorini conosciuto da Rigoni Stern nel 1951. Poi negli anni '60 scrive il soggetto e collabora alla sceneggiatura de "I recuperanti", girato da Ermanno Olmi sulle vicende delle genti di Asiago all'indomani della Grande guerra.
Successivamente pubblica altri romanzi nella sua terra natale e ispirati al rispetto per la natura come con "Il bosco degli urogalli" (1962) e "Uomini, boschi e api" (1980).
Nel 1999 gira con Marco Paolini un film-dialogo diretto da Carlo Mazzacurati e Paolini stesso, "Ritratti: Mario Rigoni Stern". Nel film Rigoni Stern racconta la sua esperienza di vita, la guerra, il lager e il difficile ritorno a casa, ma anche il rapporto con la montagna e la natura.
"Questa è l'ultima volta che scendo dal mio Altopiano". Mario Rigoni Stern aveva pronunciato questa frase il 30 ottobre scorso, ultima apparizione in pubblico, in occasione della diretta tv su La7 de "Il Sergente", lavoro teatrale di Marco Paolini ispirato al celebre libro di Rigoni Stern. Lo scrittore, a cui Paolini era profondamente legato - al punto che ha rifiutato di commentare la sua scomparsa - aveva voluto essere tra il pubblico che assisteva allo spettacolo, ripreso in diretta da una cava di pietra a Zonvocedo (Vicenza, sui Colli Berici).
"Uno dei più grandi scrittori italiani del Dopoguerra" che avrebbe meritato il Nobel. Sandro Bondi, ministro per i Beni e le attività culturali, accoglie "con commozione la notizia della scomparsa di Mario Rigoni Stern". Lo scrittore, sottolinea Bondi "in epoca di facili ideologie e mode effimere, fu capace di interpretare le radici secolari del nostro essere italiani. Indimenticabile il suo libro di esordio, che restituì al mondo intero la drammatica epopea della ritirata dell'esercito italiano in Russia". Il ministro aggiunge che "più in generale, Rigoni Stern apprese, pur dal suo volontario isolamento montano, come decodificare i moti più profondi dell'essere umano, inteso come individuo che agisce dentro un popolo. E' un peccato - conclude - che Rigoni Stern non abbia potuto vincere il Nobel per la letteratura, come credo meritasse per le sue doti letterarie e umane".
Sono costernato". E' addolorata la voce di Andrea Zanzotto nel testimoniare il suo dolore per la morte di Rigoni Stern. "Di lui ho un ricordo unico - sottolinea - nel senso che nascono molto raramente persone piene di virtù come lui". Zanzotto ricorda che "si dedicò alla letteratura come all'impegno civile, antesignano della conservazione dell'ambiente".
"Per noi è una perdita gravissima. Rigoni Stern era l'icona dei valori della gente di montagna". Così il sindaco di Asiago, Andrea Gios, commenta la scomparsa del celebre scrittore altopianese. "Perdiamo - sottolinea - un pezzo della nostra storia, forse il più autorevole, anche se è riduttivo naturalmente considerare Rigoni Stern solo un asiaghese. La sua fama era di levatura mondiale. Rappresentava i valori della gente della montagna, quelli in cui tutti noi ci identifichiamo".