Dopo 5 anni ecco The Blue God
Ci sono voluti cinque anni, ma finalmente è arrivato nei negozi The Blue God, il secondo album da solista di Martina Topley Bird. La cantante inglese è conosciuta ai più soprattutto come voce femminile dei primi album di Tricky, uno dei maggiori rappresentanti del panorama trip hop internazionale: il successo da solista dell'ex membro dei Massive Attack è arrivato proprio con Maxinquaye, disco di debutto con Martina Topley Bird nel ruolo di vocalist. Per me la musica è da sempre una questione di saper aspettare le persone giuste con cui lavorare, afferma la cantante quasi a volersi giustificare. Il lungo periodo di silenzio non è stato vano, comunque, e The Blue God conferma tutte le ottime premesse del suo lavoro precedente, Quixotic, che risale al 2003.
La persona giusta con cui lavorare, in questa caso, è stata Brian Danger Mouse Burton, acclamato produttore e membro del gruppo Gnarls Barkley. Abbiamo lavorato insieme su un brano nel maggio 2005 e siamo rimasti così soddisfatti del risultato che abbiamo deciso di fare lintero album insieme, ha raccontato. Dal 2003 Martina Topley Bird aveva accumulato una grande quantità di pezzi per il nuovo disco, ma le cose sono andate diversamente: Ho tenuto solo un brano di quelli già scritti, tutti gli altri li abbiamo creati al momento con Brian. Volevamo far nascere qualcosa di musicalmente nuovo tra noi, senza affidarci al passato.
Ed è proprio la novità, la sfida, la ricerca di nuovi orizzonti sonori una delle caratteristiche fondamentali della musica di Martina Topley Bird, un continuo tentativo di scomporre il passato per costruire qualcosa di sempre più ambizioso e inaspettato al suo posto. Il risultato è The Blue God, una raccolta di riff di pop psichedelico, riflessioni sulla natura umana, sfumature pop noir e lampi di trip hop futuristico.
In The Blue God cè tutto il passato di Martina Topley Bird, dal misto tra soul, hip hop ed elettronica di Maxinquaye, lalbum di Tricky del 1995 in cui la cantante ha esordito come vocalist femminile, fino alla fusione di rock e blues realizzata con laiuto di musicisti come Josh Homme e Mark Lanegan nel già citato debutto da solista del 2003, Quixotic. Ma cè soprattutto il bisogno di Martina Topley Bird di sperimentare nuove dimensioni, dando vita a ricche costellazioni sonore che risultano uniche nel panorama della musica contemporanea, sia per la forza e la sincerità che trasmettono, sia per le ambientazioni emozionali che dipingono.
Dalla morbida apertura di Phoenix agli ottimi singoli Carnies e Poison, dalla psichedelia pop di April Grove, fino a Baby Blue, ennesima riconferma dellenorme talento vocale della cantante inglese: gli stili sono tra i più vari, ma le riflessioni sulla vita e sullamore tornano inevitabilmente in buona parte di The Blue God. Lalbum parla della relazione tra la vicinanza fisica tra le persone e le connessioni emotive che essa può comportare ha spiegato lautrice e di come un rapporto con qualcuno possa influire sul resto dei rapporti che una persona intrattiene con il mondo. Il rapporto in questione è quello con il padre, morto a soli 29 anni: lalbum, scritto proprio nel periodo in cui la cantante ha compiuto quelletà, è anche attraversato da una sorta di riflessione su quellevento e da un bilancio umano, più che professionale, della vita della cantante.
Atmosfere immaginifiche e seducenti, strati sonori ricchi ed evocativi, unioni di stili e generi musicali diversi. Martina Topley Bird ha guardato dentro di sé ed ha fatto affidamento sul suo vasto bagaglio di esperienze professionali per The Blue God, una galleria di tutti i mezzi a sua disposizione per riuscire ad accedere al cuore delle cose, per scavare fino a giungere alla vita vera, quella che non sempre si vede a occhio nudo. La musica è per me un modo per arrivare a quei pensieri e a quelle emozioni che stanno sotto la superificie ha rivelato la cantante . Un modo per esplorare tutti gli strati emotivi della vita: è esattamente così, e lunico modo migliore per spiegarlo era fare un album come The Blue God.