Dieci anni fa moriva il cantante
E' stato il padre della canzone italiana moderna, leggenda in patria ma popolarissimo anche all'estero, interprete raffinato, innovativo e appassionato, ma anche validissimo attore, carismatico sul palcoscenico come nella vita. Questo era Domenico Modugno. Mister Volare moriva esattamente dieci anni fa, ma il suo mito resta saldo. Tant'è che "Nel blu dipinto di blu" è ancora oggi la canzone simbolo dell'Italia nel mondo.
Più che una canzone è diventata un inno e c'è da scommettere che molti la preferirebbero a "Fratelli d'Italia". Vero è che "Volare" continua ad essere intonata con le lacrime agli occhi dagli italo-americani di Brooklin come dai nostri connazionali immigrati in Australia. Perfino sir Paul McCartney, nel voler rendere omaggio al nostro Paese, l'ha cantata durante i due concerti tenuti lo scorso anno a Roma. Ha oltre quarantanni, ma "Nel blu dipinto di blu" sembra non sentire il tempo che passa. Franco Migliacci, dice la leggenda, la scrisse sorseggiando un bicchiere di Chianti e guardando delle riproduzioni di due quadri di Chagall, mentre aspettava Modugno che era in ritardo per un appuntamento. La canzone, che nel '58 fece vincere a Modugno il suo primo Festival di Sanremo in coppia con Johnny Dorelli (e due ambiti Grammy Awards), è stata tradotta in moltissime lingue e, detto per inciso, da anni è il brano italiano che incassa di più nel mondo in termini di diritti d'autore.
Ma sarebbe ingiusto identificare Domenico Modugno soltanto con la sua canzone-simbolo. Successi intramontabili come "L'uomo in frack", "Tu si' 'na cosa grande" e "Io" (incisa con il titolo di "Ask me" anche da Elvis Presley) ne fanno uno dei più grandi interpreti di ogni tempo, ideale punto di riferimento per tanti cantautori che sarebbero venuti dopo. A Sanremo, oltre che con "Nel blu dipinto di blu", vinse diverse altre volte: nel '59 con "Piove", nel '62 con "Addio Addio", nel '66 con "Dio, come ti amo".
Pugliese di nascita (venne al mondo il 9 gennaio del 1928 a Polignano a Mare, Bari), Modugno ebbe un amore viscerale per la Sicilia. Un equivoco, quello del "Modugno siciliano", che ebbe origine dalla partecipazione, nel 1952, al film "Carica eroica" di Francesco De Robertis dove l'artista vestiva i panni di un soldato siciliano che canta la "Ninna Nanna" ad una bambina. Sono tante le splendide canzoni che Modugno compose nel dialetto dell'isola, oltre che in pugliese: da "Lu pisce spada" a "Lu minaturi", da "Lu sciccareddu 'mbriacu" a "Attimu d'amuri". Stessa cosa a proposito della canzone napoletana che riscoprì grazie a brani come la già citata "Tu si' 'na cosa grande" (con cui vince il Festival di Napoli nel '64), "Lazzarella" (secondo premio al Festival della Canzone Napoletana), "Strada 'nfosa", "Resta cu mme", "Nisciuno po' sape'" e "Io, mammeta e tu".
Alla canzone, aspetto più popolare di Modugno, va aggiunta la radio, la televisione, il cinema e il teatro: tutti ambiti nei quali l'artista operò in modo instancabile. Modugno passò dal Piccolo Teatro di Milano di Giorgio Sthreler a Eduardo De Filippo, dalla memorabile commedia musicale "Ronaldo in campo" di Garinei e Giovannini agli sceneggiati televisivi come "Scaramouche", "Il marchese di Roccaverdina" e "Don Giovanni in Sicilia". Fino al cinema, con parti, fra gli altri, in film come "Europa di notte" di Alessandro Blasetti, "Lo scopone scientifico" di Luigi Comencini e "Il giudizio universale" di Vittorio De Sica.
Sono passati dieci anni da quel 6 agosto del 1994. Dieci anni fa moriva nella sua casa di Lampedusa, di fronte al mare, colui che aveva esportato la musica italiana nel mondo e in un certo senso l'aveva sprovincializzata senza perdere il gusto della tradizione e della vena popolare. Modugno fu anche un uomo volitivo e coraggioso, che si impegnò a fondo anche sul fronte civile, battendosi per il divorzio e i diritti dei più deboli, affontando con ostinazione e dignità la malattia che lo aveva menomato negli ultim anni di vita. Colpito prima nell'84 e poi nel '91 da due ictus, Modugno lottò fino alla fine. Un anno prima di morire incise con suo figlio Massimo l'ultimo suo disco: "Delfini".