Il cantante riporta in scena a Milano il suo spettacolo di monologhi pop "Le cose non contano nulla"
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Torna in scena a Milano, allo Spazio Tertulliano dal 15 al 17 dicembre, Martino Corti, con il suo spettacolo di monologhi pop "Le cose non contano nulla". "Almeno così dovrebbe essere - dice lui a Tgcom24 -, invece siamo attaccati a tutto". Uno spettacolo tra ironia e quotidianità: "Racconto quello che vedo e mi piace pensare di poter annullare lo spazio tra me e il pubblico: siamo tutti gocce che scavano la roccia".
"Cosa sono questi monologhi pop?", potrebbe chiedersi qualcuno. Canzoni inframezzate da recitati, e se vi ricordano il teatro canzone, beh, forse non siete molto lontani... "Sì - ammette Martino -, ma come ben sai appena lo dici, tutti pensano a Gaber, e i giovani dicono 'che due palle il teatro', perché purtroppo molti lo vedono a prescindere come una rottura di scatole. Per questo abbiamo cercato un termine nuovo, dove si potesse intuire sia il discorso teatrale ma anche quello pop più leggero". In scena ci sarà Martino, cappellino d'ordinanza e piedi nudi, affiancato dal fedele Luca Nobis, raffinato chitarrista. E soprattutto ci saranno le storie, sotto forma di monologhi e di canzoni, tutte con un filo conduttore preciso, anzi due: "L'ironia, e la vita quotidiana. Ho messo nel mio viaggio tanto quello che ho vissuto quanto quello che ho visto da altri, con la speranza che il pubblico si potesse riconoscere nel mio racconto".
Osservando la vita quotidiana ti senti di dire che le cose non hanno davvero importanza?
È un titolo un po' provocatorio. Sarebbe più giusto dire che mi piacerebbe che le cose non contassero nulla, ma poi ci si mette un attimo a diventare dei rompicoglioni già dal titolo. In realtà siamo attaccati a tutto. Io ho fatto due traslochi in cinque anni e mi sono reso conto quanto ci attacchiamo alle cose concrete e meno concrete. Se riuscissimo a staccarci un po' vivremmo tutti meglio. In questo spettacolo emergono le contraddizioni che ci sono in tutti noi.
Com'è la reazione del pubblico ai monologhi pop?
Alla fine degli spettacoli mi sento positivamente riempito dall'energia del pubblico. Una volta che siamo riusciti a portare la gente a teatro "abbiamo vinto", perché lo spettacolo piace. Il nostro problema, a oggi, è ancora come riuscire far sapere alla gente che esistono i monologhi pop. L'arma principale resta il passaparola, un mezzo molto forte ma anche dai tempi lunghi.
In questo modo ti affidi completamente al pubblico anche come soggetto di promozione...
Questa in realtà è una delle basi del nostro viaggio. Lo chiamiamo pubblico perché è tale, ma in qualche modo proviamo ad annullare la separazione palco-platea, ci piace pensare che le persone che vengono a vederci siano gocce che con noi scavano la roccia, tanto per citare una delle canzoni. La loro voglia di far provare ad altri quello che hanno provato loro diventa indispensabile per il nostro viaggio. Poi certo, c'è anche la comunicazione più tradizionale.
Per un artista all'inizio del suo percorso una simile proposta artistica, a metà tra il teatro e la canzone, non è rischiosa?
In realtà è una cosa molto palsmabile a seconda delle situazioni. Tutti i pezzi, a parte "Tra coerenza e macchinine", sono pezzi che potrebbero tranquillamente passare in radio, a prescindere dai monologhi. Non credo che ci sia una catalogazione vera e propria. Speriamo di far uscire poco alla volta questo termine “monologhi pop” incuriosendo sempre più persone.
Hai già preparato del materiale nuovo?
Stiamo già scrivendo il nuovo spettacolo che dovrebbe essere pronto per settembre. Ho aperto un blog che si chiama "monologhi blog", dove ogni settimana posto monologhi, argomenti per assemblare piano piano il nuovo spettacolo prendendo i contributi anche da chi commenta. L'idea di mettere in scena ancora “Le cose non contano nulla” è perché l'anno scorso abbiamo fatto un tour su Milano e quest'anno stiamo iniziando a portarlo in giro per l'Italia. In termini di numeri questo spettacolo non lo ha praticamente visto nessuno, è ancora una rete che si sta allargando.
LE DATE IN PROGRAMMA
Spazio Tertulliano - Milano, 15-16-17 dicembre
Febo - Orvieto, 29 dicembre
Teatro Araldo - Torino, 12 gennaio
Theatro del vicolo - Parma, 31 gennaio