COMMEDIA MUSICALE

Simona Patitucci: "Con i fantasmi di Roma vi facciamo ridere, piangere e pensare"

Va in scena al teatro Olimpico di Roma, il 21 ottobre, la trasposizione in commedia musicale del celebre film di Antonio Pietrangeli

18 Ott 2013 - 15:56
 © Ufficio stampa

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Va in scena, al teatro Olimpico di Roma, lunedì 21 ottobre, "Fantasmi a Roma - una favola musicale", commedia tratta dal celebre film di Antonio Pietrangeli. Oltre a Gianpiero Ingrassia nel ruolo di narratore d'eccezione, tra i protagonisti ci sono Carlo Reali, Tito Fornari e Simona Patitucci che ha anche avuto l'idea dello spettacolo. "E' uno spettacolo che unisce la musica allo sguardo sull'attualità tipico della commedia all'italiana" dice le a Tgcom24.

L'idea di portare tutto in teatro è venuta propio a Simona Patitucci, attrice e doppiatrice, che, tra le molte cose fatte, ha dato la voce alla "Sirenetta" di Walt Disney. E così ecco questa riduzione con un cast di 30 artisti, con alcuni tra i più completi attori-cantanti del panorama teatrale musicale italiano e un'orchestra.

"Fantasmi a Roma" è una storia nella quale si respira a pieni polmoni l'atmosfera degli anni 60, nella quale si racchiude la tenera storia di un anziano nobile, la cui unica proprietà è costituita dal cadente palazzo di famiglia. In questo si aggirano, curiosi e nostalgici, quattro fantasmi di suoi antenati. Ma il suo erede, il giovane e dissipato Federico, non ha remore a vendere la casa a un costruttore, che intende demolirla, per innalzare al suo posto il più grande supermercato d’Europa. Ed ecco che i fantasmi cercano in tutti i modi di impedire la distruzione del palazzo, insegnando all’ultimo dei loro discendenti ad apprezzare il valore della storia, della famiglia, e della tradizione.

Una storia che ha quasi cinquant'anni ma sembra scritta ieri...
E' tutto tremendamente attuale: il dissesto del patrimonio artistico e culturale, la corruzione. Abbiamo addirittura eleborato un numero musicale che è la marcia delle mazzette, in cui si viene spiegata la "nobile arte della mazzetta", tipico prodotto made in italy.

Che rapporto ha lo spettacolo con il film di Pietrangeli?
Ci siamo ispirati al film trasformando la storia in forma di commedia musicale. Ho sempre pensato che la trama del film si adattasse a un simile genere. E ha i toni della commedia all'italiana, un genere che ha fatto scuola in tutto il mondo. In questa atmosfera favolistica vengono date tante spiegazioni a delle domande importanti. La vita, la morte, cosa c'è dopo, i fantasmi esistono, ci dobbiamo credere o no?

Che peso ha l'aspetto fantasy?
Non puntiamo sugli effetti speciali. Siamo noi gli effetti. Tanto, a differenza del cinema che ha bisogno di specificarlo nei titoli, noi siamo naturalmente in 3D. Non è uno spettacolo di fantasia, ma piuttosto una favola musicale. Certo, si parla di fantasmi quindi qualche elementi surreale c'è. Si ride, ci si commuove ed è adatto a tutti perché, fedeli alla tradizione e allo stile di Garinei e Giovannini, è fatto tutto con molto garbo e senza parolacce. 

Tu interpreti Regina, che nel film aveva un piccolo spazio. 
Sì, anche se era interpretata da Lilla Brignone, una delle più grandi attrici teatrali del '900. E' un personaggio probabilmente ispirato alla realtà. Infatti esisteva a Roma una Regina, una vagabonda che bazzicava dalle parti di via Nazionale. Elegante, vestita sfarzosa, entrava in una cabina pubblica e, senza mettere il gettone, alzava la cornetta e iniziava a parlare: "Sono la regina, sto aspettando il mio cocchio, perché non è ancora arrivato?". Tutti la conoscevano nella zona. Come diceva Zavattini, il cinema italiano è entrato in crisi quando gli sceneggiatori hanno smesso di prendere l'autobus.

E rispetto a quella del film com'è la tua Regina?
E' sempre una mendicante ma gli abbiamo dato una capacità in più: è un po' medium, riesce a sentire la presenza dei fantasmi e spesso dà loro voce. Fa un po' da anello di congiunzione tra i due mondi.

Tu hai iniziato giovanissima a lavorare in teatro...
Ero una creatura. A sette anni, un grandissimo doppiatore, che si chiamava Corrado Gai, mi sentì parlare e convinse i miei genitori a farmi provare con il doppiaggio. Poi è venuto il cinema, poco ma buono, e soprattutto il teatro. in particolare il teatro musicale, mi è sempre piaciuto coniugare canzone e recitazione. Insomma, di cose ne ho fatte. Ma chissà cosa arriva dopo! Mica finisce qua!". 

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