Balzac a teatro a Milano: lo speculatore dell'Ottocento illumina la crisi di oggi
© Ufficio stampa
Ricco e onesto o imbroglione povero in canna e pieno di debiti? L'allestimento teatrale di "L'affarista-Mercadet", in scena al Carcano di Milano fino al 14 aprile, si gioca tutto su questo contrasto. Due estremi che si annullano e si integrano nel personaggio interpretato da Geppy Gleijeses per la regia di Antonio Calenda, di un'attualità sconvolgente nel testo scritto a metà del XIX secolo da Honoré de Balzac.
Speculazioni di Borsa, azioni che diventano carta straccia, aggiotaggio, manovre per far salire o scendere le quotazioni dei titoli: c'è tutto questo e molto altro nello spettacolo in scena a Milano. Mercadet finge una ricchezza inesistente, è perseguitato dai creditori, ha la casa ipotecata fino all'ultimo mobile, deve chiedere in presto l'argenteria per il pranzo di fidanzamento della figlia, la bruttina Julie, ma millanta un lusso sfrenato: la moglie frequenta i salotti più in vista della città e Julie sta per sposare un milionario, l'uomo che sistemerà finalmente la situazione finanziaria della famiglia.
Il fidanzato spiantato della ragazza viene messo alla porta dopo un lungo dialogo a tre (Julie, l'innamorato Adolphe e papà Mercadet), in seguito al quale il giovane si convince della bontà della decisione. Salvo ricomparire successivamente in una veste completamente rinnovata. Nel frattempo, l'entrata in scena del promesso sposo sponsorizzata da papà e mamma inaugura una serie di colpi di scena tutti nel segno della finzione, dell'imbroglio, del raggiro, con un unico scopo: il denaro. Costantemente, sullo sfondo, aleggia la figura del socio scomparso di Mercadet, quel Godeau a cui lui dà tutte le colpe della sua sfortuna. Una figura a cui si ispirò, un secolo più tardi, Samuel Beckett nel suo "Aspettando Godot".
Ne "L'affarista" è Godeau il deus ex machina che trova una via d'uscita al ginepraio di Mercadet, risolutore della drammatica situazione finanziaria del protagonista, il fantasmagorico personaggio evocato e accusato, sospirato e bistrattato, che si rivela infine risolutore. Ma il bello della commedia è tutto nella disperata ironia con cui l'autore, che fu nella vita giocatore e speculatore in Borsa, tratteggia una figura sorprendentemente moderna.
E' una vergogna essere sommersi dai debiti? "Perché dovrei finire in prigione per questo, visto che tutti gli Stati sono nella mia stessa condizione", si difende il protagonista nella sua appassionata e appassionante dialettica sempre in bilico tra cinismo e ironia. Tra timori che evocano spettri moderni ("Diventeremo più poveri della Grecia") e fantasie di paradisi di ricchezza ("Guadagneremo 300mila franchi"), di Mercadet si ride e si sorride, sempre con un velo di amarezza. Ma soprattutto, di lui non si può non apprezzare l'incredibile capacità di costruire, con azioni raffigurate in scena come fogli di carta colorati, illusioni che diventano realtà agli occhi suoi e dei suoi amici (o nemici). Regalando una sorta di bizzarra dignità al "vil denaro" e alla sospirata ricchezza che gli attanagliano l'anima e il cuore dalla prima all'ultima scena.
L'affarista - Mercade di Honoré de Balzac
Interpretato da Geppy Gleijeses, Marianella Bargili, Paila Pavese, Osvaldo Ruggieri, Alfonso Veneroso, Francesco Benedetto, Piergiorgio Fasolo, Ferruccio Ferrante, Antonio Ferrante, Jacopo Venturiero, Antonio Tallura, Adriano Braidotti
Scene di Pier Paolo Bisleri
Costumi di Carla Teti
Musiche di Germano Mazzocchetti
Luci di Nino Napoletano
Regia Antonio Calenda
Al Carcano di corso di Porta Romana 63 - da martedì a sabato ore 20,30, domenica ore 15,30. Per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 02-55181377/55181362.