GABRIELE PIGNOTTA

A Milano si ride con i precari sentimentali

Al San Babila "Scusa sono in riunione...". "Stiamo aggiornando il software del teatro" dice a Tgcom24 l'autore e protagonista Gabriele Pignotta

09 Mar 2013 - 13:10
 © Ufficio stampa

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E' in scena fino al 24 marzo, al teatro San Babila di Milano, "Scusa sono in riunione, ti posso richiamare?", commedia travolgente diretta e interpretata da Gabriele Pignotta. Una pièce che affronta il teatro con il linguaggio contemporaneo e con temi cari alla generazione dei trenta/quarantenni. "Stiamo aggiornando il software del teatro - dice Pignotta a Tgcom24 - e il pubblico ci sta premiando".

Una commedia che ha debuttato a Roma nel 2008 e che in tutti questi anni ha continuato a raccogliere pubblico e consensi. Ora arriva a Milano nel pieno di una tournée che si concluderà nel tempio della commedia, il Sistina. In scena con Pignotta ci sono Fabio Avaro, Cristina Odasso, Nick Nicolosi e Siddartha Prestinari.

Come è nato questo testo?
Gli spettacoli nascono tutti un po' per caso. Ti viene in mente una storia legata alla contemporaneità e ci giochi. In questo caso l'idea è partita da questa frase tormentone che ho sentito dire troppe volte e mi piaceva costruirci attorno qualcosa.

La frase come si lega alla storia?
Di fatto è solo un pretesto. La storia è quella di cinque ex compagni di università che si ritrovano dopo anni, in occasione del funerale di uno di loro. Vivono un amarcord dei tempi passati, si raccontano di come sono cambiati. Sono tutti immersi nel frullatore della contemporaneità, fatto di ritmi frenetici, di stress da lavoro, di scusa ma ti devo richiamare...

Tempi difficili...

Sono tutti portatori sani di precarietà sentimentale, disastri personali. Incomincia un po' la fase dei bilanci rispetto a quella delle utopie e dei grandi sogni dell'università. In realtà poi, sulla scia di questo amarcord, parte tutta una serie di equivoci e di gag frutto di una grande sorpresa che cambia il volto della vicenda.

Tu sottolinei molto la tua ricerca di un linguaggio nuovo per il teatro...
Ho provato ad aggiornare il software del teatro. Sta andando bene...

Il vero problema è: come ha reagito la macchina teatro al tentativo di aggiornarle il software?
Benissimo. Il pubblico è quello che decreta il successo e i record di incassi parlano da soli. Ovviamente i conservatori del teatro storcono la bocca e tendono a chiudersi in se stessi, ma era immaginabile. Arriva il cinema, chiuderemo la tournée al Sistina, mi hanno dedicato un capitolo nella Storia del teatro contemporaneo di Giovanni Antonucci. Insomma, le soddisfazioni sono tante.

Hai fatto riferimento al cinema. Un altro tuo successo, "Ti sposo ma non troppo" diventerà presto un film. Un bel traguardo.
Mi occuperò io di regia e sceneggiatura. Ho esplorato questo nuovo linguaggio che per molti versi è stato anche più semplice. Ti offre molte più possibilità e poi per raccontare delle situazioni puoi affidarti non solo alla parole ma anche alle immagini. Questo amplia lo spettro delle possibilità creative e mi ha molto stimolato.

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