TRAGEDIA E AMORE

Brugia: "Vi porto nel sogno di Titanic"

L'ex protagonista di "Centovetrine" torna a teatro con un musical che parla d'amore

30 Ott 2012 - 08:34
 © Ufficio stampa

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Dopo il debutto all'EuropAuditorium di Bologna, il musical "Titanic, il Racconto di un Sogno" con Danilo Brugia inizia il tour di 60 date nei Teatri di Bologna, Trieste, Firenze, Reggio Emilia, Milano, Bergamo, Padova, Torino e di tante altre città italiane. L'ex protagonista di "Centovetrine" si confessa a Tgcom24: "Titanic è un sogno che ho realizzato".

Com'è nata la collaborazione con il team di Titanic?
Grazie ad un'amicizia pregressa e a una già solida stima professionale con Federico Bellone, il regista. In diverse occasioni passate si era auspicata la possibilità di collaborare insieme, ad esempio in Grease o recentemente in Flashdance, ma poi per motivi vari non si è tradotta in realtà. Finalmente ad aprile, quando stavo per affrontare la prima puntata di Tale e quale show per Rai Uno, programma in cui i vip vestono i panni di cantanti famosi e interpretano le loro canzoni, come fosse un segno del destino, Bellone mi ha chiamato e mi ha proposto di interpretare il ruolo del protagonista.

Cosa ti colpisce del tuo personaggio Francesco Ferrari?
Il fatto che proprio come me "insegua la fortuna", con disincantata ingenuità e senza calcolo del rischio, sale sul Titanic sprovvisto di biglietto, solo per realizzare il suo sogno, raggiungere l'America come aveva fatto e gli aveva suggerito il mago Houdini, di cui è stato assistente sul palco durante le sue esibizioni. Francesco è testardo e tenace, è uno che non molla mai, la vita è un'avventura e va vissuta fino in fondo. Crede nell'amore e, pur essendo di un ceto sociale più basso, vuole conquistare Isabelle e ci riesce. Ecco io sono esattamente come lui, ci completiamo, quel poco o tanto che ho fatto finora ( per me tanto e ringrazio il Cielo di questo), l'ho fatto perché non ho mai mollato, ho inseguito il mio sogno con i denti stretti cercando di rialzarmi ogni qualvolta cadevo a terra, e solo con le mie forze posso dire di averlo esaudito. Anche in amore ho realizzato il mio desiderio più grande, ho una magnifica moglie, due figli straordinari senza i quali non farei nulla. Oggi sul "Titanic" come Francesco posso raccontare anche io il mio sogno.

Qual è il punto di forza del musical?
Senza dubbio il cast! Senza nulla togliere alla storia originale del Titanic, tristemente nota; senza nulla togliere alla pellicola cinematografica che tutti noi conosciamo e che inevitabilmente resta un riferimento per il pubblico di questo straordinario musical; senza nulla togliere al lavoro importante e imponente che ha fatto Federico Bellone per il testo, per la regia, e per le musiche insieme a Cristiano Alberghini. Credo che il punto di forza di questo spettacolo sia davvero il cast, attori bravissimi ma soprattutto persone meravigliose e simpatiche, e credetemi che in prospettiva di una tournée lunga come la nostra, con oltre 60 repliche fino a marzo, è un dato non da poco. Veramente c'è grande sintonia fra noi, ci incoraggiamo a vicenda, non c'è competizione, siamo tutti in viaggio verso lo stesso obbiettivo, portare il Titanic al successo.

E' vero che ci sono stati diversi allagamenti a teatro durante le prove?
Sì quando abbiamo provato per la prima volta l'effetto dell'affondamento si pensava ancora di poterlo realizzare con dell'acqua vera che cadesse dall'alto invadendo la scalinata del salone di prima classe, in quel momento io ero proprio al posto giusto nel momento giusto (...si fa per dire ovviamente!!) e mi sono inzuppato di acqua....gelida! Da quel momento si è capito che conveniva realizzare “l’effetto speciale” in un altro modo, altrettanto efficace ma meno pericoloso, per non avermi malato di bronchite per tutta la tournée!

La tua partner è Valentina Spalletta che tipo di lavoro avete fatto per rendere al meglio la coppia del musical?
Con Valentina, ci tengo a precisarlo, ci siamo conosciuti solo di recente, proprio per l’allestimento del Titanic, non avevamo mai avuto occasione di lavorare insieme prima d’ora. Entrambi abbiamo fatto un grosso lavoro insieme a Federico Bellone, e a Chiara Vecchi per le coreografie, in un tempo relativamente breve. Ho cercato di creare con Valentina, ma è ciò che faccio sempre anche sul set, un rapporto di amicizia sincera anche oltre al lavoro, in modo da avere sul palco quel feeling che Isabelle e Francesco devono avere. Certo siamo attori e dobbiamo recitare e questo lo facciamo, speriamo al meglio delle nostre possibilità, ma io sono stanislavskiano e cerco sempre di attingere dalle mie vere emozioni o simpatie, per poi trasportarle sul palco. Non si fraintenda ciò che sto dicendo, non è che siamo andati a cena a lume di candela, ma ho cercato, come sono poi nella vita, di far nascere un'amicizia, perché fra Isabelle e Francesco sul palco è un continuo susseguirsi di intenzioni ed emozioni molto intense!

Nel 1998 hai partecipato a Carramba che fortuna cosa ricordi di quell'esperienza e cosa ti colpì della Carrà?
Di Carramba ho un ricordo straordinario, la mia prima grande esperienza televisiva a soli 19 anni, una scuola, un Amici di Maria De Filippi ante litteram, voluto da una professionista unica e indiscutibile come Raffaella Carrà. Lei per me e'stata una maestra, ma anche un' amica, pronta a elargire consigli sia professionali che di vita vissuta. E ancora oggi io quegli insegnamenti me li tengo stretti. Con Raffaella tutt'oggi ci sentiamo, durante Tale e Quale show, in una puntata lei intervenne telefonicamente per salutare, e con grande affetto non ha perso l'occasione per salutarmi in diretta e ricordare a tutti che ero stato e avevo iniziato il mio percorso come suo "boy". Magari un altro o altra che si credeva divo o diva non lo avrebbe fatto, lei che diva lo è davvero, e in quanto tale umile, non si dimentica di quelli a cui ha voluto bene e che gliene vogliono.

Cosa ti porti dietro dalla tua esperienza a Centovetrine?
"Centovetrine" è stata la seconda grande occasione lavorativa che il buon Dio mi ha dato, anche questo un sogno che si è realizzato, attore protagonista in un prodotto Tv di grande successo e nel suo genere di ottima qualità. E malgrado tutti i luoghi comuni su gli attori che recitano in tali fiction, per me è stata una grande palestra. Imparare e recitare per tre anni e mezzo, cinque giorni a settimana otto o nove scene al giorno, con repentini cambi di emozioni e interpretazione fra una scena e l'altra, ti forma e mi ha preparato ad affrontare le fiction in prima serata che ho fatto con grande serenità. Oramai il tempo è denaro e anche nelle fiction di prime time, pur essendoci molta più cura dei dettagli, della fotografia, non sempre della recitazione, non si possono battere 10 ciak per una scena, bisogna essere il più possibile rapidi nell'unire azione e recitazione, ed essere allo stesso tempo credibili, e se ci si riesce bravi..... Io ci provo!

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