Dopo presenta in anteprima a Tgcom24 il nuovo album "La conseguenza naturale dell'errore"
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Ci sono voluti tre anni per tornare alla musica. Marina Rei pubblica il 18 settembre "La conseguenza naturale dell'errore" che presenta in anteprima a Tgcom24. Sette inediti più uno riarrangiato dal maestro Morricone. Tanti gli amici che hanno partecipato da Max Gazzé a Valerio Mastandrea. Si parla di attualità ma anche di amore e della sua fine: "Dal dolore e dal sangue rinasciamo più forti e consapevoli di noi stessi", dice Marina.
"La conseguenza naturale dell'errore" è un album ben suonato e prodotto. I sette inediti scivolano via, gradevoli all'ascolto. Due le perle: "L'errore" - che è anche il singolo - e "Nei fiori infranti" di e con Paolo Benvegnù. Un po' difficile e criptico l'ascolto, invece, di "Che male c'è" scritto da Riccardo Sinigallia. Dello stesso brano il maestro Ennio Morricone ne ha orchestrato le partiture in un'altra versione.
Giro di chitarre e incedere accattivante in "L'errore" con testo diretto ed efficace che parla di errori ma anche di sentimento: "La conseguenza naturale dell'amore è dubitare che l'amore in fondo ci sia stato mai/ può fare male, male da morire/ ma è soltanto la paura della normalità". Mentre ci sono immagini vive e forti in "Nei fiori infranti": "Ti abbandoni a me che non so di illuminare il mondo nei gesti inconsci amante ed assassina poi nei tramonti insorgere le mie labbra per proteggerti".
Tanti ospiti in questo disco e un silenzio durato tre anni. Un progetto collettivo?
Questo album nasce letteralmente a quattro mani, assieme anche ad altri autori e a molti musicisti miei amici da Roberto Angelini a Max Gazzè. Volevo artisti che non necessariamente avessero il mio percorso musicale ma che potessero, assieme a me, creare un qualcosa di bello da ascoltare.
Uno dei brani più intensi, "L'errore", parla anche di un amore finito. Perché questo approccio così sofferto?
Tutto nasce dalla sofferenza e dal sangue. Solo dopo aver attraversato anche i momenti più bui si ritrova la luce a la libertà. E in quel momento si esce più consapevoli di sé e anche più forti.
Ma si parla anche di attualità come in "Qui è dentro". Le carceri sovraffolate sono un problema reale. Come risolvere il problema?
Questo brano nasce da una raccolta di lettere che vengono lettere a Radio Carcere e messe insieme dal giornalista Riccardo Arena. La cosa che mi ha colpito di più di queste parole è il fatto che i detenuti non chiedono uno sconto della pena né la grazia ma solo vivere la loro condizione in maniera dignitosa. Bastano pochi numeri per rendersene conto. So di carceri con 350 posti che attualmente ospitano più di 700 detenuti. Ci sono ben 13mila persone in attesa di giudizio, questo vuol dire che non sono stati riconosciuti né colpevoli né innocenti ma sono in carcere lo stesso.
Hai regalato in questi anni brani a colleghe come Paola Turci e Giorgia che ha inserito "Passerà l'estate" nel cd "Dietro le apparenze", da un anno stabile al vertice della classifica. Com'è nata questa collaborazione?
Giorgia mi ha chiamata due anni fa chiedendomi un brano e io gliel'ho scritto. Non ci conosciamo bene ma credo che la sua voce mi abbia trasmesso parte di quello che è. Ho descritto un amore e le parole che ho utilizzato sono comuni alla sensibilità di noi donne. Sono molto felice che le sia piaciuto.