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Le Vibrazioni indipendenti per rinascere

Esce il primo Best Of e Francesco Sàrcina parla del futuro e delle band di oggi

Alessandra Banana Tisato

Le Vibrazioni chiudono un ciclo.

Con il Best Of "Come far nascere un fiore" che contiene i successi (da "Dedicato a Te" a "Vieni da me") e tre inediti ("Come far nascere un fiore""Il sangue e anche il resto" e "Inno alla foresta") la band chiude con la Sony e si proietta verso l'indipendenza. Francesco Sàrcina traccia a Tgcom un bilancio parlando del futuro e dice la sua sul successo dei Modà.

Il Best album della band milanese arriva ad un anno dal quarto progetto discografico, “Le strade del tempo”, ideato da Francesco Sàrcina (voce e chitarra), Stefano Verderi (chitarra e piano), Alessandro Deidda (batteria e percussioni) e Emanuele Gardossi (basso), prodotto da Marco Trentacoste.

Perché l'esigenza di pubblicare un Best Of?
"Come far nascere un fiore" rappresenta appieno quello che sta accadendo dopo dieci anni passati nella major Sony. Parla dell'atto del potare per poi rinascere. Un gesto violento ma che va a beneficio della pianta che così ricresce più forte. Un messaggio semplice e concreto che mandiamo ai fan.

Cosa accadrà ora?

Le Vibrazioni oggi hanno le carte in regola per diventare indipendenti. Con un major in genere si stipula un contratto anche per dei servizi, dal live alla promozione per un progetto ma ad oggi sia per noi che per loro non è più conveniente perché non si rientra nelle spese. Per questo da indipendenti avremmo anche più introiti grazie ad una gestione diretta diretta ai nostri fan che sono lo zoccolo duro che ci segue da anni.

Un po' come hanno fatto i Modà?
Beh non proprio. Insomma loro sono riusciti ad utilizzare al meglio un canale come quello dell'etichetta Ultrasuoni che riunisce Rtl 102.5, Rds e Radio Italia. Avere questo tipo di appoggio equivale ad avere un marcia in più ed è funzionale al loro progetto. La nostra sarebbe una realtà ancora più indipendente. Ci stiamo guardando intorno, ci piacerebbe fare finalmente un tour teatrale...

Insomma i tempi sono cambiati?
Stiamo chiudendo un cerchio, le nostre canzoni si sono evolute così come anche la voce. La mia riflessione parte anche dal fatto che oggi non ci sono più gli Ivan Graziani, i Battiato, i Nomadi, Le Orme (che personalmente ho amato tantissimo) e i De André ossia il cantautorato di un certo tipo. In Italia si va avanti e funzionano progetti come 'marchi di fabbrica'.

Però le band continuano ad avere successo, i Modà sono in classifica da 34 settimane e non succedeva da tempo...
Beh chiedetelo a loro il perché. Comunque sui Modà dico solo "buon per loro" se stanno avendo questo successo dopo venti anni di cover. In passato c'erano i Lunapop ma si sono rivelati un bluff perché non suonavano dal vivo. Noi abbiamo sempre fatto della dimensione live un marchio di qualità. Comunque in generale è sempre stato così è il popolo che ha in mano il potere e decreta il successo. Ci sono tempi e momenti per tutti, ma è alla lunga che poi si vede chi rimane. Io aspetto solo che si alineino i pianeti.

Ma è lo stesso pubblico che vi ha lanciato al successo apprezzando "Dedicato a te" nel 2003.
Certamente. Ma è anche da mettere nel conto che in dieci anni una band può cambiare la visione della musica. Un artista è sempre diverso ma il pubblico rimane vincolato a 'Vieni da me', 'Dedicato a te'. Successi che ti danno tanto ma ti tolgono anche tanto. Non ci può essere sempre sintonia ma la bravura viene fuori dopo un lungo tragitto.

Oggi come vi vedete?
Andiamo avanti più forti e consapevoli. Soprattutto uniti perché prendiamo atto che sfruttando le forze di ognuno di noi si crea un importante collante che rende coeso il gruppo.