Monica Bellucci si confessa a tutto tonda dal cinema italiano alla gestione della cosa pubblica
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"La politica fatta così diventa solo chiacchiericcio. Non è politica. E' come quando parli dal parrucchiere. Magari fa vendere. Ma non me ne frega niente". Monica Bellucci ha le idee chiare sulla gestione della cosa pubblica come rivela in una intervista al settimanale A. L'attrice ha appena presentato a Venezia "Un été brulant" di Philippe Garrel, dove compare nuda.
Alla Mostra del cinema di Venezia il film non ha avuto un’accoglienza particolarmente calda... "Ho assistito solo alla proiezione la sera con il pubblico, ed è andata benissimo. - spiega l'attrice - Però se accetti di fare un film con un regista come Garrel la polemica è normale. È un regista radicale, in Italia direbbero 'di nicchia', uno che si permette di fare quello che vuole. Prendere o lasciare. Per entrare in un universo veramente importante per un’attrice è fondamentale poter spaziare da Matrix a Garrel. E in Francia ci sono state critiche bellissime".
Imbarazzo per il nudo integrale? "Un nudo molto elegante, quasi un quadro. E' un momento bello ma che può aver infastidito perché dura molto, forse un po’ più del dovuto. Ha creato molto scompiglio. Ma è tipico di Garrel". C'è anche spazio per una riflessione sul cinema italiano di oggi: "Ogni paese ha il suo tipo di cinema. Il problema italiano è più economico che politico: si fanno pochi film. Così la qualità è difficile da trovare. Però, a parte i Tornatore, i Marco Tullio Giordana e i grandi che conosciamo, sono nati comunque registi come Sorrentino, Garrone, Guadagnino, Crialese. Vuol dire che talento ce n’è".
E se le sue figlie volessero lanciarsi nel cinema: "Auguro alle mie figlie di trovare una passione. Avere una passione è il più bel regalo che la vita ti può fare. La gente che vive la vita passivamente è di una tristezza pazzesca".