In arrivo "This Must Be The Place" di Sorrentino con Sean Penn nei panni di una ex rockstar
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"This must be the place" è un film italiano "venduto in ogni parte del mondo tranne la Cina", che dimostra che il cinema italiano può essere venduto all'estero e può conquistare i mercati. Ne è convinto Paolo Sorrentino, regista del film in uscita venerdì 14 ottobre. Presentato all'ultimo Festival di Cannes, racconta la storia di una ex rockstar irlandese ultracinquantenne, Cheyenne (Sean Penn), che non vuole rassegnarsi al tempo che passa.
Malgrado sia girato in lingua inglese, abbia un cast internazionale (nessun italiano), abbia un titolo inglese (da una canzone dei Talking Heads), sia stato girato in Irlanda a Dublino, negli Usa a New York, in Michigan e New Mexico, le musiche (e la partecipazione come attore-cantante) di David Byrne, gran parte del cast tecnico straniero, Paolo Sorrentino insiste: "Non so cosa significhi esattamente italianità di un prodotto, ma questo è un film decisamente italiano. Secondo me - aggiunge il regista partenopeo - un film è italiano se concepito da italiani, pensato e scritto da italiani, diretto da un italiano e fotografato da un italiano".
Nel film Cheyenne, rockstar irlandese ultracinquantenne, non vuole rassegnarsi al tempo che passa e continua a vivere truccandosi come i Cure e trascinandosi stancamente, annoiato, ricchissimo, col suo trolley tra un supermercato, un fast food e la sua villa immensa e disadorna in cui vive da 35 anni con la moglie, una pompiera simpatica e mascolina. Vive nel rimorso di aver cantato cose sciocche in cui non credeva per arricchirsi e di aver provocato la morte di due fan, due ragazzini che si sono spinti oltre per seguire il loro idolo. La morte del padre, un ebreo americano che non vede da trent'anni, lo porta negli Usa e li' inizia una sorta di road movie al rallentatore. Cheyenne decide di portare a compimento l'ossessione del padre (che non lo ha mai voluto ne' accettato) e di trovare l'ufficiale nazista che lo ha torturato ad Auschwitz.
"C'è qualcosa di autobiografico in Cheyenne - ammette Sorrentino, sceneggiatore insieme a Umberto Contarello di 'This must be the place' - ma non amo parlare di me, ne' mi piace quando si tenta di identificare i personaggi con gli autori". Il film, prodotto da Lucky Red e Medusa, è incentrato sulla prepotente sapienza attoriale di Sean Penn. "Avevamo pensato ad una ex rockstar che si muovesse e parlasse in modo un po' rallentato - spiega Sorrentino - ma Sean Penn ha preso in mano il personaggio e ha deciso il modo di parlare di muoversi, come i ricchi che si sentono in colpa di essere ricchi. Una scelta che ho condiviso assolutamente. Il lavoro con Penn - aggiunge - ha ricalcato quello fatto con altri attori in passato. Ma a differenza di altri, con Sean Penn hai la netta sensazione che possa fare tutto. Per un regista - continua - si aprono scenari pericolosi perche' non sai dove puoi arrivare: sai bene che qualunque cosa ti venga in mente, il tuo attore sara' in grado di farla".
Un'ultima nota: il distributore americano di 'This must be the place' è Weinstein, un gigante che ha distribuito, tra gli altri, 'Inglourious Basterds' di Tarantino e il pluripremiato 'Il discorso del re'. Se il film di Sorrentino uscirà negli Usa entro dicembre (in almeno due città per una programmazione di almeno sette giorni) sarà candidabile agli Oscar. Un'eventualità che i produttori italiani al momento non vogliono prendere in considerazione per scaramanzia, ma tutt'altro che remota.