Angelo Bernabucci, il cinema piange il "Finocchiaro" di "Compagni di scuola"
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Si è spento a 70 anni il caratterista romano scoperto da Carlo Verdone e poi protagonista di tante commedie negli anni 90
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Il cinema italiano piange la morte di Angelo Bernabucci. Lo straordinario caratterista romano si è spento a Roma all'età di 70 anni. Scoperto da Carlo Verdone che lo fece esordire nel 1988 in "Compagni di scuola", è stato tra i protagonisti di molte commedie negli anni 90, da alcuni film della saga di Fantozzi fino a "Il pranzo della domenica" dei fratelli Vanzina.
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Bernabucci, rappresentante di libri, diventò attore quasi per caso, scoperto da Verdone nel corso di una conversazione alla quale assistette. Coglierne al volo le naturali doti comiche per Verdone fu un attimo. Il personaggio di Finocchiaro in "Compagni di scuola", impasto perfetto di cinismo, opportunismo e cialtroneria, rimane indelebile, come buona parte delle battute di quel film.
Da quel momento Bernabucci è diventato un volto quasi immancabile nelle commedie di quegli anni, caratterista romano nel solco degli straordinari Mario Brega e Milly Corinaldi. Dai cinepanettoni a commedie più sofisticate, passando per i Fantozzi, ancora Verdone ("Perdiamoci di vista") e l'ultras romanista che "rapisce" insieme a Maurizio Mattoli il milanista Massimo Boldi in "Tifosi", episodio di "Fratelli d'Italia", Bernabucci è stato capace di dare umanità e carica comica anche al più "trucido" dei caratteri.
Nei primi anni 2000 è apparso anche, manco a dirlo, nel video di "Supercafone" di Piotta. Dal 2005, anno dell'ultimo lavoro, un film per la tv ("L'uomo sbagliato") aveva smesso di fare l'attore, un mestiere al quale comunque Bernabucci si era prestato, portando sul grande schermo la vita della strada romana, uno la cui filosofia di vita era riassunta perfettamente in una battuta del suo "Finocchiaro": "Io sono fatto così, la battuta mi piace, non ci posso far niente.