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"Agnello di Dio", generazioni a confronto: le profonde crepe e gli errori del mondo degli adulti

Al Teatro Franco Parenti va in scena un testo di Daniele Mencarelli, Premio Strega Giovani 2020 per "Tutto chiede salvezza"

"Agnello di Dio", generazioni a confronto: le profonde crepe e gli errori del mondo degli adulti - foto 1
Ufficio stampa

"Agnello di Dio" è un testo di incredibile potenza scritto da Daniele Mencarelli, alla sua prima drammaturgia e diretto dal regista Piero Maccarinelli. In scena al Teatro Franco Parenti di Milano, dal 13 al 19 dicembre, racconta l’eterna resa dei conti fra padri e figli, adulti contro giovani.

Uno scontro generazionale che mette in evidenza le profonde crepe e gli errori degli adulti.

"Agnello di Dio", guarda alcuni scatti di scena

Daniele Mencarelli, grande romanziere, poeta e romanziere è stato Premio Strega Giovani 2020 con "Tutto chiede salvezza" e da sempre affronta nei suoi romanzi e nelle sue poesie il tema della pietas, dell’emarginazione delle periferie, della società con una scrittura limpida, secca, tagliente. 


 La trama
Siamo in una scuola cattolica per figli della futura classe dirigente.  Samuele, quasi diciottenne, non è emarginato né periferico, almeno socialmente, ma lo è generazionalmente.
La Preside della scuola ed il Padre, quaranta/cinquantenni, entrambi in “carriera”, lo hanno convocato per un colloquio nel tentativo di capire le ragioni di ciò che Samuele ha scritto in un tema.
È l’inizio di un percorso teso, lucido e tagliente sull’incapacità di una generazione di comprendere quella successiva e  dove ognuno è giudice e imputato, pronto a dichiarare l’inconfessato o il proprio analfabetismo affettivo.
I valori trasmessi sono monchi, non bastanti o quantomeno non fondanti per Samuele. Dall’ultimo dopoguerra in poi, si è posto in modo pressante e drammatico il problema di come educare le nuove generazioni. 
Mai come in questi ultimi decenni, infatti, sono apparse crepe così vistose sulla capacità di comunicare valori etici fondanti. 

Queste le parole del regista sull'autore: "Ho sempre amato provocare le scritture di autori letterari, l’ho fatto anche con Daniele. È nato un testo potentissimo, con un linguaggio realistico ma mai naturalistico. Un testo che affonda a piene mani nella realtà, restituendola al pubblico lucida e tagliente. Mencarelli ci introduce e guida nella comprensione di questi personaggi con grande capacità dialogica, arricchendo il tessuto drammaturgico con veri colpi di scena che riguardano gli adulti e Suor Cristiana, l’anziana consorella di Suor Lucia, ed io sono felice di poter dimostrare che la drammaturgia contemporanea è viva".


E queste le parole di Daniele Mencarelli: "Una delle certezze del mondo adulto è accusare le nuove generazioni di aver incenerito i sentimenti, disperso ogni forma di umanità in nome del proprio egoismo assoluto: niente di più sbagliato".

"Agnello di Dio" diventa così un lucido e tagliente specchio di una società disincantata, della sua cattiva coscienza e del suo imminente declino.
 

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