L'approfondimento, realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo, è andato in onda venerdì 3 novembre. Ospiti del primo appuntamento: Anna Bonfrisco, europarlamentare della Lega; Michela Mercuri, docente di Storia dei Paesi arabi all'Università di Padova, e Juan Fernando Lopez Aguilar, europarlamentare spagnolo S&D
Dossier migratorio e terrorismo. Questi gli argomenti della prima puntata di "TOGETHER - Europa2024", il nuovo progetto multimediale di Tgcom24 realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo che vi porterà fino alle elezioni europee del 2024. Durante l’appuntamento, andato in onda venerdì 3 novembre, abbiamo approfondito i suddetti temi con l'aiuto degli ospiti: Anna Bonfrisco, europarlamentare della Lega; Michela Mercuri, docente di Storia dei Paesi arabi all'Università di Padova, e Juan Fernando Lopez Aguilar, europarlamentare spagnolo S&D.
Dall'attentato di Bruxelles del 16 ottobre al dibattito politico sull'immigrazione - Con l'attentato del 16 ottobre 2023, a Bruxelles, l'Europa è ripiombata nel terrore. Non solo. Il fatto che l'attentatore, Abdeslam Lassoued, fosse sul territorio belga nonostante il no alla sua richiesta d'asilo ha infiammato il dibattito sull'immigrazione. La politica europea ha ripreso a parlare di rimpatri ma anche del rispetto del diritto umanitario.
C'è un nesso tra immigrazione e terrorismo? - C'è un nesso tra immigrazione e terrorismo? Secondo Lopez Aguilar, no. "Tutti dobbiamo cooperare contro il terrorismo, è una minaccia collettiva alla sicurezza dell'Ue. Ma il discorso va separato da quello migratorio. La migrazione non è una minaccia né contro la sicurezza né contro la nostra identità europea. La situazione estremamente delicata del Medioriente è diventata globale per la prima volta nella storia del conflitto. Questa globalizzazione della violenza può avere conseguenze terroristiche in Europa, non la migrazione", spiega l'europarlamentare.
Non è dello stesso parere Bonfrisco, che dichiara: "Non possiamo nasconderci che l'ondata migratoria, che ricorre e che non è più un'emergenza, è diventata una questione strutturale ed è chiaro che porta nella quantità, nei grandi numeri, maggiori rischi. Se gli attentatori degli ultimi drammatici episodi, l'ultimissimo quello di Bruxelles, ma prima quello di Nizza e prima ancora quello di Berlino, erano passati tutti da Lampedusa cosa vuol dire? Vuol dire che abbiamo l'esigenza di non far entrare nel continente europeo persone che sappiamo possono diventare - se già non lo sono - una minaccia seria per la sicurezza dei cittadini europei. Le manifestazioni che abbiamo visto in questi giorni sono il frutto di una grande presenza islamica nel nostro continente, che diventa il terreno di cultura più favorevole per chi vuole radicalizzare".
Patto Ue su migrazione e asilo - Durante la puntata, si è parlato anche del Patto Ue su migrazione e asilo. In particolare, Il corrispondente Mediaset da Bruxelles Leonardo Panetta sottolinea che "la speranza è di raggiungere l'accordo entro la fine della legislatura. Quando parliamo di Patto Ue su migrazione e asilo semplifichiamo molto il concetto: questo patto è un grande contenitore all'interno del quale ci sono tutta una serie di regolamenti".
Come avviene la radicalizzazione? - Invece, c'è un nesso tra migrazione e radicalizzazione? E dove avviene quest'ultima? Nei Paesi d'origine o direttamente in Europa? "La radicalizzazione è una parola che in sé contiene un mondo. Ci sono tante forme di radicalizzazione, tanti Paesi in cui ci si radicalizza. Gli attentatori del concerto di Ariana Grande, a Manchester, vivevano a Manchester ma facevano su e giù dai campi di addestramento libici. Ma questa è una parte minoritaria. Secondo una ricerca del centro studi Start Insight, solo il 16% degli attentati è stato compiuto da persone che sono arrivate sui barconi. La maggior parte degli attentati è stata svolta da migranti che avevano passaporti francesi o di altre nazioni, quindi dai cosiddetti migranti di seconda generazione. Ci sono tante casistiche. Una cosa è certa: stiamo vivendo un momento molto particolare, anche a causa di quello che sta succedendo tra Israele e Hamas, quindi dovremmo fare molta attenzione a tutto ciò che accade in Europa e anche nelle piazze arabe", afferma Mercuri.
"Cosa fare? Non ho la soluzione in tasca, però potrebbe essere d'aiuto creare un'immigrazione regolare con rimpatri e respingimenti per chi non ne ha diritto. Un'immigrazione regolare può diventare integrazione", conclude Mercuri.