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La protesta degli agricoltori e la risposta dell'Ue | Guarda la settima puntata di "TOGETHER - Europa2024"

L'approfondimento, realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo, è andato in onda giovedì 8 febbraio. Ospiti dell'appuntamento: Angelo Ciocca, europarlamentare della Lega, Piernicola Pedicini, europarlamentare di Greens-Movimento Equità Territoriale, e Angelo Frascarelli, docente di politica agroalimentare all'Università di Perugia

In diversi Paesi europei - Italia compresa - è scoppiata la protesta degli agricoltori.

Il malcontento è partito dalla Germania e si è esteso a tutto il Continente. I manifestanti criticano le politiche dell'Unione europea relative al comparto. Le loro richieste, che sono tante e complesse, hanno quindi costretto le istituzioni Ue a ripensamenti in tema di politica agricola comune. Se ne è parlato durante la settima puntata di "TOGETHER - Europa2024", il progetto multimediale di Tgcom24 realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo. Ospiti dell'appuntamento Angelo Ciocca, europarlamentare della Lega, Piernicola Pedicini, europarlamentare di Greens-Movimento Equità Territoriale, e Angelo Frascarelli, docente di politica agroalimentare all'Università di Perugia.

 

La risposta dell'Unione europea - Il corrispondente Mediaset da Bruxelles Leonardo Panetta ha spiegato qual è stata la risposta dell'Unione europea alle proteste: "L'Europa sta dando dei segnali: il discorso di Ursula von der Leyen nel suo intervento al Parlamento europeo di Strasburgo con le grandi aperture su, ad esempio, lo stop al regolamento sui pesticidi; ma anche l'esclusione del settore agricolo dalle industrie che dovranno contribuire a raggiungere la riduzione del 90% rispetto al 1990 di emissioni di gas serra entro il 2040 (uno degli obiettivi rilanciati dalla Commissione europea). Secondo gli agricoltori, la politica dell'Ue in questa legislatura, che si sta per avvicinare alla fine, è stata troppo sbilanciata dal punto di vista del green". 

 

"Gli agricoltori non vogliono essere fuori dal presente e dal futuro, vogliono essere protagonisti e scrivere le migliori condizioni per le loro aziende e per i nostri prodotti, a patto che non ci sia concorrenza sleale. Non è vero che 'vogliono inquinare e non vogliono ammodernare'. Anzi, sono pronti a raccogliere qualsiasi sfida purché, appunto, non subiscano concorrenza sleale da altri Paesi che non hanno nessuna regola sul rispetto dell'ambiente, sulle normative di sicurezza ecc.", ha affermato Ciocca.

 

"Il rischio che la protesta possa essere strumentalizzata è altissimo. C'è stata una grande operazione mediatica tramite la quale è stata spostata sull'Europa la responsabilità, quando quest'ultima, almeno per gli agricoltori italiani, appartiene all'Italia. Il sistema agricolo italiano è fatto di piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare. Bisogna sostenere il reddito di queste evitando di trasformare gli agricoltori in imprenditori agricoli", ha commentato Pedicini.

 

Sul tema, abbiamo raccolto anche l'intervento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. "Stiamo ascoltando le proteste dei nostri agricoltori e le loro richieste d'aiuto. Le porteremo ai tavoli istituzionali in Italia e in Europa. La notizia che la Commissione europea ha ritirato la proposta per la riduzione dei prodotti fitosanitari va nella giusta direzione. Questo significa che c'è una maggiore attenzione alle richieste dei nostri agricoltori", ha commentato Giansanti. 

 

Il professor Frascarelli ha spiegato perché quello che entra nelle tasche degli agricoltori non è minimamente paragonabile al prezzo del prodotto sugli scaffali: "Dall'economia di sussistenza che avevamo negli anni Cinquanta, dove tutto avveniva nel paese, a oggi, la filiera si è allungata. Il consumatore vuole sempre più servizi, garanzie, tracciabilità. E poi le operazioni sono tante. Il grano va stoccato, ci sono la molitura, la panificazione, la distribuzione ecc. Quindi, si crea una differenza sempre più ampia tra il prezzo pagato all'agricoltore e quello sugli scaffali. Inoltre, c'è un altro problema: in Italia, le imprese del comparto sono tante, mentre i settori dell'industria e della distribuzione sono molto più concentrati e quindi riescono a imporre le loro regole - anche i prezzi - all'agricoltura".

 

"In Italia, alcune filiere sono in difficoltà, in particolare quelle dei cereali, dei cosiddetti prodotti di massa, ma abbiamo anche degli esempi molto virtuosi. Basti pensare a quelli di latte e formaggi. Non tutta l'agricoltura italiana soffre dei suddetti problemi", ha concluso Frascarelli. 

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