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Solo il 50% dei disabili Ue ha un lavoro: il Parlamento europeo chiede di intervenire con nuove regole

Tra le richieste: parità di accesso, strutture più efficienti e l'introduzione di quote di diversità obbligatorie

Istockphoto

Parità di accesso al mercato del lavoro e strutture più efficienti sui luoghi di lavoro: queste sono alcune delle richieste avanzate dal Parlamento europeo per facilitare l'accesso dei disabili al mondo lavorativo. Nella risoluzione, adottata con 578 voti a favore, il Parlamento Ue ha inoltre chiesto agli Stati membri di esaminare l'introduzione di quote di diversità obbligatorie, contemplando dunque un adeguato sostegno finanziario e amministrativo alle imprese per raggiungere tale obiettivo. Nell'Ue, solo il 50% delle persone con disabilità ha un lavoro.

I dati – Nella risoluzione, viene fatto il punto sui progressi compiuti in seguito alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD), adottata nel 2006. Ma la strada da fare è ancora lunga. Di seguito le statistiche ufficiali inerenti alla situazione nell'Ue:

 

50,6%: è la percentuale di persone con disabilità che hanno un lavoro, rispetto al 74,8% di persone senza disabilità. Valori percentuali che non prendono in considerazione le persone che vivono in istituti o che sono considerate inabili al lavoro.

 

29,5% delle donne disabili, 27,5% degli uomini disabili: sono le percentuali di coloro che sono a rischio di povertà e di esclusione sociale nell'Ue, rispetto al 22.4% dell'intera popolazione.

 

E, infine: a causa dei costi aggiuntivi legati alla loro condizione, gli individui con disabilità hanno maggiori probabilità di affrontare la povertà lavorativa rispetto a quelli senza disabilità (11% contro il 9,1%).

 

Le richieste del Parlamento Ue - Vediamo allora nello specifico le richieste avanzate dal Parlamento europeo all'interno della risoluzione:

 

- sviluppo di standard di progettazione universali che garantiscano una fruibilità da parte di tutti dei nuovi edifici e luoghi di lavoro;

 

- formalizzazione scritta delle linee guida dell'Ue relative al tipo di idoneità che i luoghi di lavoro devono possedere per accogliere persone con disabilità;

 

- introduzione di quote di diversità obbligatorie e contemporaneo sostegno finanziario e amministrativo alle imprese per raggiungere tali quote;

 

- invito diretto alle istituzioni europee a fissare una quota di diversità per l'assunzione di persone disabili e per il loro impiego a tutti i livelli;

 

- invito a eliminare gradualmente la pratica (ritenuta contraria ai regolamenti delle Nazioni Unite e dell’Ue) di assumere i disabili in laboratori protetti dove manca uno status di dipendente, un salario minimo e l'accesso al mercato del lavoro aperto;

 

- invito a investire nella raccolta di dati comparabili sulla disabilità, ad armonizzare la definizione di disabilità e a garantire il riconoscimento reciproco dello stato di disabilità tra gli Stati membri.

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