Parlamento Ue, per un'intelligenza artificiale che prevenga le discriminazioni e protegga la diversità
I deputati hanno sottolineato l'urgenza di programmare l'IA all'insegna di un preciso e necessario quadro etico, affinché gli algoritmi proteggano la diversità culturale e linguistica dell'Ue
Regolamentare e formare le tecnologie di intelligenza artificiale in modo da proteggere la non discriminazione, l'uguaglianza di genere, il pluralismo e la diversità culturale e linguistica: questi i punti chiave della risoluzione adottata dalla Commissione del Parlamento europeo per la cultura e l'istruzione con 25 voti a favore, nessuno contro e 4 astensioni. Il testo è atteso ora in plenaria per l'ok definitivo.
Intelligenza artificiale e rivoluzione digitale - Il futuro della tecnologia è ormai sempre più "presente". E l'intelligenza artificiale non si limita a rappresentare solo un aspetto importante della rivoluzione digitale che stiamo già vivendo, ma ne costituisce il fulcro e l'ossatura profonda. Come armonizzarla dunque con l'etica, il rispetto delle diversità e dei diritti individuali?
Ad affrontare la questione è la Commissione del Parlamento europeo per la cultura e l'istruzione, rimarcando come l'uso delle tecnologie di intelligenza artificiale nell'istruzione, nella cultura e nel settore audiovisivo potrebbero avere un impatto "sulla spina dorsale dei diritti e dei valori fondamentali della nostra società".
Le richieste del Parlamento Ue:
- delineare un quadro etico preciso per il modo in cui le tecnologie di intelligenza artificiale vengono utilizzate nei media dell’Ue, per garantire così alle persone l'accesso a contenuti culturalmente e linguisticamente diversi. Tale quadro dovrebbe anche affrontare l'uso improprio dell’intelligenza artificiale per diffondere notizie false e disinformazione.
- garantire che gli insegnanti possano sempre essere in grado di correggere le decisioni prese dall’intelligenza artificiale (come ad esempio la valutazione finale degli studenti); da qui la necessità di formare gli insegnanti che non dovranno dunque mai essere sostituiti dalle tecnologie di intelligenza artificiale, soprattutto nell’educazione della prima infanzia;
- sviluppare indicatori precisi per misurare la diversità, evitando dunque che le raccomandazioni sui contenuti basati su algoritmi (in special modo nei servizi di streaming di video e di musica) incidano negativamente sulle diversità culturali e linguistiche dell’Unione europea.
"Ci battiamo da decenni per stabilire i nostri valori di inclusione, non discriminazione, multilinguismo e diversità culturale, che i nostri cittadini considerano una parte essenziale dell'identità europea. Questi valori devono riflettersi anche nel mondo online, dove gli algoritmi e le applicazioni di intelligenza artificiale vengono utilizzati sempre di più. Lo sviluppo di sistemi di dati di qualità e inclusivi da utilizzare nell'apprendimento profondo è fondamentale, così come un quadro etico chiaro per garantire l'accesso a contenuti culturalmente e linguisticamente diversi", ha affermato la relatrice Sabine Verheyen (PPE, DE) dopo il voto.
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