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Infrastrutture, mobilità e logistica, investimenti e riforme del Pnrr | Guarda la diciassettesima puntata di "Fatti e Misfatti d'Europa"

L'approfondimento settimanale, realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo, è andato in onda martedì 11 maggio. Ospiti del diciassettesimo appuntamento Enrico Giovannini e Isabella Tovaglieri

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, 62 miliardi di euro sono destinati alle infrastrutture, alla mobilità e alla logistica. Di questi, il 56% delle risorse andrà al Sud. Progetti che riguardano il potenziamento della rete ferroviaria, sia regionale che ad alta velocità, lo sviluppo dei porti, la digitalizzazione per la sicurezza di strade e autostrade. Il tutto in un'ottica sostenibile sia dal punto di vista regolamentare che ambientale. Questo il tema della nuova puntata di "Fatti e Misfatti d’Europa", il programma di Tgcom24 realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo. Ospiti della puntata Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, e Isabella Tovaglieri, europarlamentare della Lega.

La vera sfida: le riforme - Accanto agli investimenti, sono previste importanti riforme di carattere ordinamentale. Tra queste la semplificazione del cosiddetto codice degli appalti, un sistema attorno a cui negli ultimi anni sono sorti non pochi problemi applicativi. Come pensa di voltare pagina rispetto al passato?

 

"Ci sono 4 elementi che possono contribuire a farci avere successo in questa iniziativa - spiega il ministro Giovannini -. il primo è che c’è una scadenza prefissata per il completamento del piano (2026). E questo cambia il gioco, perché impone nelle singole pubbliche amministrazioni, nelle stazioni appaltanti ma anche nelle imprese la consapevolezza che o si corre o non si ricevono neanche i finanziamenti previsti. Il secondo aspetto ha a che fare con la reingenierizzazione dei processi: non si tratta semplicemente di semplificare, ma di cambiare in profondità una serie di procedure non necessariamente legate agli appalti, quelle che guidano le autorizzazioni di impatto ambientale, sulle sovrintendenze, sulla sicurezza, tutti elementi fondamentali a cui non possiamo rinunciare ma che stiamo provando appunto a reingienirizzare". 

 

"Terzo aspetto: non tutti quei 62 miliardi riguardano opere infrastrutturali - continua il ministro -. ci sono importantissime risorse per esempio sul rinnovo delle flotte di autobus che non richiedono la costruzione di una ferrovia (come l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, che è una delle grandi opere che abbiamo messo nel piano). Infine, non è solo il settore pubblico ad essere interessato da questo piano, ma anche il settore privato, come realizzatore degli appalti e come finanziatore di trasformazione. Pensiamo a quante imprese eccellenti abbiamo in Italia, che hanno già capito che il futuro essendo di mobilità sostenibile, di cura del ferro e così via, stanno orientando i loro stessi investimenti in questa direzione e questo genererà un effetto leva di moltiplicazione dell’impatto molto importante".


A proposito di sostenibilità, Tovaglieri afferma che "credo che l’ostacolo principale alla realizzazione di queste opere non sia la sostenibilità ambientale ma l’eccessiva burocrazia. Più che di una transizione ambientale noi avremmo bisogno di una transizione burocratica, quindi semplificare tutte quelle procedure che da sempre impediscono al nostro Paese di essere competitivo sul fronte delle infrastrutture. Parlare di Recovery senza parlare di riforme sarebbe miope e io sono felice che il premier Draghi abbia mantenuto la promessa di metter mano a quelle semplificazioni che consentirebbero davvero al nostro Paese di essere competitivo e di tornare a crescere. La sostenibilità ambientale senza la competitività economica non esiste, quindi occhio a porci dei target ambientali eccessivamente ambiziosi che poi rischiano di avere delle gravi ricadute su imprese, consumatori, lavoratori. Serve una transizione ecologica e non ideologica, sostenibile e calata nella realtà in modo che possa essere assorbita dal nostro sistema produttivo e industriale, altrimenti rischiamo di supportare i sistemi di Paesi al di fuori dell’Ue e non i nostri”.  

 

Opere incompiute - L’Italia ha una tradizione di opere incompiute. Dal Mose di Venezia alla Pedemontana Lombarda fino alla Linea C della metro di Roma. Tante le grandi opere italiane ancora ferme in fase progettuale o in fase di realizzazione. Linee ferroviarie, autostrade, trasporto urbano veloce. Il tutto per via di procedimenti burocratici farraginosi e impedimenti vari.


"Ho dato la delega al sottosegretario Cancelleri proprio per seguire le opere incompiute, che sono diverse da quelle che sono in ritardo. Il problema è noto. Tuttavia, è bene ricordare anche le realizzazioni importanti. Abbiamo un sistema di alta velocità nel Centro-Nord che molti Paesi ci invidiano. Nel 2020, a seguito dei cambiamenti normativi precedenti, il numero di gare bandite da Ferrovie dello Stato è letteralmente esploso, quindi vuol dire che alcuni interventi hanno avuto effetto. E’ importante dirlo perché altrimenti sembra che siamo sempre all’anno 0. In secondo luogo, molte volte il problema è legato all’efficienza delle singole pubbliche amministrazioni, talvolta di quelle locali. Per questo il governo, conscio di questi problemi, intende fare un’immissione forte di tecnici, ingegneri, architetti, economisti nelle amministrazioni centrali e locali perché altrimenti non si riuscirà a gestire il boom di progetti che il Pnrr consente di realizzare", spiega il ministro. 


Il ministro ha parlato anche del Ponte sullo Stretto. “Il Ponte sullo Stretto - dice -, oppure come recita il titolo della relazione realizzata dall’apposita commissione che era stata istituita dal precedente governo, l’'Attraversamento stabile dello Stretto di Messina', è un’opera molto complessa. La relazione è disponibile, verrà discussa nell’ambito di un dibattito pubblico, naturalmente in Parlamento, ma non solo. Invito tutti a leggerla perché comprende elementi innovativi, importanti. Il dibattito che si deve realizzare su un tema così importante non può essere solo la ripetizione di quello che abbiamo avuto in passato, ma deve prendere in considerazione gli elementi innovativi della relazione”.


L’Italia è patria del trasporto su gomma, oltre il 90% dei passeggeri viaggia in questa modalità. Così come la gran parte del trasporto merci. Molti imprenditori hanno chiesto di incrementare l’alta velocità nel Nord-Est e di concludere la Torino-Lione. "Non si tratta solamente di grandi opere ma anche di medie dimensioni che sono fondamentali per rendere il nostro Paese collegato e accessibile. Importantissimo e imprescindibile è anche il tema giustizia. Ad esempio, abbiamo al Nord delle opere di raddoppio ferroviario che consentirebbero davvero di implementare lo sviluppo dei nostri aeroporti che sono già state progettate e finanziate nel 2014 ma che sono ferme perché vittime di ricorsi e controricorsi. Questo è un altro tema fondamentale che purtroppo rallenta la crescita o lo sviluppo del nostro Paese", sottolinea Tovaglieri. 

 

Verso il nuovo codice degli appalti - La complessità del vigente codice dei contratti pubblici ha causato negli anni numerose difficoltà attuative. La semplificazione è necessaria. In via d’urgenza sono state dunque prorogate fino al 2023 le seguenti misure: verifiche antimafia, istituzione del collegio consultivo tecnico, termine massimo per l’aggiudicazione, contenimento dei tempi di esecuzione. A livello giuridico, invece, la riforma interverrà prima di tutto con una legge delega. Il disegno di legge dovrebbe essere sottoposto in Parlamento entro la fine dell’anno. 


Queste le basi del nuovo codice degli appalti: snellimento generale delle norme, recepimento delle direttive europee, parità di accesso e attuazione del principio di concorrenza, riduzione degli oneri documentali ed economici, garantire sostenibilità energetica e ambientale, chiara individuazione delle procedure senza bando. 


"Com’è scritto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la revisione del codice avverrà, ma accanto a questo, a maggio, ci sarà un decreto per degli interventi urgenti così da velocizzare e snellire ai fini delle opere del Pnrr, ma anche per modificare quello che non ha funzionato nelle norme precedenti, nelle semplificazioni, nello Sblocca cantieri. Il lavoro che abbiamo svolto nell’ultimo mese e mezzo anche con istituzioni cruciali da questo punto di vista, il Consiglio di Stato, la Corte dei Conti, l’Autorità Anticorruzione, ha identificato tutta una serie di miglioramenti che possono essere fatti subito e in parallelo si procederà alla revisione del codice degli appalti. E’ un’altra indicazione del fatto che il governo ha perfettamente chiaro che dobbiamo correre ed è quindi determinato a muoversi con questo doppio livello, che intanto consentirà di sbloccare opere già esistenti ma soprattutto di avviare le iniziative per il Pnrr con il piede giusto", conclude il ministro Giovannini.

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