Jo Squillo: Stéphane Rolland, la collezione Haute Couture FW 25/26
© Ufficio stampa
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Questa collezione trae la sua essenza da un affascinante incontro tra due immaginari: quello di Maurice Ravel e quello di Ida Rubinstein.
Le silhouette sono costruite come spartiti musicali: la struttura regna sovrana, i volumi si articolano con la precisione di un motore, eppure ogni capo pulsa di un respiro barocco e incandescente. Il nero è onnipresente, drammatico e nobile, disponibile in crêpe, raso, gazar e chiffon.
Il rosso emerge come un lampo di sincope: la scintilla della Spagna, il fuoco della passione, un omaggio al Bolero.
Oro e cristalli conferiscono a questo universo una radiosità quasi sacra tra spille, collane a bavaglino, gilet cerimoniali e medaglioni sospesi come talismani.
La collezione oscilla tra tensione e ornamento, tra sobrietà e opulenza, tra lo spirito del balletto e quello della macchina. Come Rubinstein e Ravel, è un incontro di opposti: una partitura Haute Couture in cui il rigore moderno è invaso dalla fantasia spagnola. E per ultima, appare la sposa, un'icona bianca coronata da una cupola ricamata d'oro, nota finale di una sinfonia.
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