Paris Fashion Week.

Jo Squillo: Chanel, la collezione Spring-Summer 2026

Gli abiti da giorno di Chanel attraversano il tempo.

10 Dic 2025 - 08:00

"Chanel parla d'amore. La nascita della modernità nella moda nasce da una storia d'amore. Questo è ciò che trovo più bello. Non ha tempo né spazio; è un'idea di libertà. La libertà indossata e conquistata da Gabrielle Chanel." Matthieu Blazy

"Non c'è tempo per la monotonia. C'è un tempo per il lavoro. E un tempo per l'amore. Non c'è altro tempo." Gabrielle Chanel

Questo è un universo, l'Universo Chanel. Al suo interno, al di fuori dei consueti limiti di spazio e tempo, si svolge una conversazione in tre parti. Questa è tra il nuovo Direttore Artistico delle Attività Moda di Chanel, Matthieu Blazy, e la fondatrice, Gabrielle Chanel.

Tutto inizia con una tradizione maschile: camicia e pantaloni. Presi in prestito e indossati da Gabrielle Chanel da Boy Capel, il suo compagno più importante. La camicia era allora dello storico camiceria francese Charvet, oggi è realizzata in collaborazione con Chanel. Appesantita da una catena Chanel, le proporzioni rispettano ancora gli standard tradizionali della camiceria maschile. A queste si aggiungono giacche da tailleur in stile maschile, tagliate e con bordi grezzi, che riprendono le proporzioni Chanel. Adottati e modificati, britannici nel cuore, i tweed di Chanel sono agili, stirati e decisi. Il paradosso sta nel potere femminile di Gabrielle Chanel, conquistato attraverso un guardaroba in cui la praticità e il pragmatismo non rinunciano mai alla seduzione e all'effetto. Un tempo per il lavoro si unisce a un tempo per l'amore, setosi e fluidi, drappeggiati, annodati e drappeggiati, i tessuti in maglia passano dalla discrezione del giorno al dramma della sera; un nuovo, dinamico ensemble di femminile e maschile in cui Gabrielle Chanel era sempre se stessa. Mai solo qualcosa, ma qualcuno.

L'abbigliamento da giorno di Chanel attraversa il tempo. I classici sono decostruiti, ma sempre in movimento con il corpo. Vissuti con la familiarità vissuta del vero chic, i capi sembrano tramandati e utilizzati: la borsa 2.55 è rovinata, schiacciata e amata, con la sua tradizionale fodera in pelle bordeaux esposta; le camelie stropicciate sono intrinseche e parte integrante dei tailleur in seta lavorata a maglia; i tweed sfilacciati del passato vengono silenziosamente promossi nel presente, a volte delineati e ricamati. Un altro tipo di familiarità si ritrova nell'adozione e nell'adattamento dell'architettura della Maison; il lavoro e la vita di Gabrielle Chanel erano, dopotutto, indivisibili. Le linee pulite e grafiche in bianco e nero riecheggiano l'Art Déco e la precisione del packaging Chanel, sontuosamente realizzate in fluide sete lavorate a maglia. Mentre il motivo floreale diventa più astratto, a cascata e si dispiega, le stampe dipinte a mano diventano esse stesse petali.

Il linguaggio universale di Chanel viaggia in tutto il mondo e verso il futuro, in continua espansione. Le delineazioni maschili all'inizio della collezione vengono riprese, ammorbidite e arrotondate, qui prese in prestito dal blouson. Una molteplicità di tweed e intrecci, sapientemente ricercati e realizzati, si fanno strada; la sperimentazione sui materiali abbonda sia all'esterno che all'interno, con fodere in seta stampata, personalizzate e a contrasto. Un'idea di futuro dal passato si ritrova nei fondamentali Chanel: griglie di tweed diventano maglie annodate a mano e trasparenze, l'architettura del tailleur Chanel messa a nudo; i gioielli, così intrinseci a Chanel, sono ricchi e preziosi, sia reali che effimeri, con perle barocche, pianeti di vetro e catene smaltate; le calzature presentano una familiare punta a contrasto, con tacchi tutti perfettamente realizzabili, per spingere chi li indossa in avanti, con sicurezza verso il futuro.

Soprattutto, c'è un'idea di libertà, di un nuovo abito universale e di una fusione di stili senza confini; l'eredità non di una sola donna Chanel, ma piuttosto delle donne Chanel.

Jo Squillo: Chanel, la collezione Spring-Summer 2026

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© Ufficio stampa
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