Voglio sperare che non sia vero

di Marco Calindri marcocalindri@libero.it
Voglio sperare che non sia vero quello che ho letto su alcuni giornali, voglio sperare che non sia vero che Massimo Ranieri non sia andato in onda giovedì 26 novembre, perché ‘distrutto’ per la morte di Diego Maradona.
Voglio sperare, sinceramente, che siano state altre motivazioni ad indurre Rai 3 a rinviare il nuovo programma del cantante napoletano.
Non posso credere che un professionista dello spettacolo come Massimo Ranieri, cantante, attore teatrale e cinematografico, conduttore televisivo e regista di indiscusse capacità artistiche, abbia deciso di rimandare il debutto della trasmissione ‘Qui e adesso’, perché turbato dalla morte di Maradona.
La morte del campione ha colpito tutti e in tutto il mondo sia perché improvvisa che per i tanti appassionanti ricordi che sono tornati alla mente di sportivi e non.
Ma tale dolore, che certamente ognuno vive in forma strettamente personale non può e secondo me non deve, condizionare l’attività professionale di chi è atteso dal pubblico per un nuovo impegno artistico.
Da sempre, nel mondo dello spettacolo, attori e cantanti sono andati in scena pur avendo saputo, soltanto pochi minuti prima che il sipario si alzasse, della morte improvvisa di un familiare.
Purtroppo ci sono circostanze e sono certo che Ranieri come uomo di teatro ne sia assolutamente consapevole, nelle quali i sentimenti personali devono passare in secondo piano nel rispetto di un impegno preso con il pubblico.
Continuo a sperare che non sia vero.
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