Energia rinnovabile e efficienza energetica: i nuovi obiettivi Ue per un ambiente più pulito
Ridurre il consumo energetico come strumento per diminuire lʼemissione di anidride carbonica, ma anche per abbassare lʼimporto delle bollette
Se su una sponda dell'Oceano Atlantico il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sostiene che "il riscaldamento globale non esiste", sull'altra l'Unione europea continua a insistere sull'importanza dell'efficienza energetica per un ambiente più pulito, ma anche per alleggerire le bollette delle famiglie.
La lotta al cambiamento climatico è da sempre una priorità europea. Di recente Parlamento e Consiglio hanno approvato un nuovo pacchetto legislativo in materia di energia rinnovabile e hanno stabilito un nuovo obiettivo: ridurre il consumo di energia nell'Ue del 32,5% entro il 2030.
Una spinta al rinnovabile - La quota di energia proveniente da fonti rinnovabili è quasi raddoppiata negli ultimi anni, passando da circa 8,5% nel 2004 a 17% nel 2016. Questo significa che l'Unione europea è sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo che si era fissata: arrivare al 20% entro il 2020 e almeno al 27% entro il 2030, anche se alcuni paesi hanno proposto di aumentare quest'ultima quota al 32%.
Efficienza energetica - Una maggiore efficacia energetica serve non solo a ridurre le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera ma anche a diminuire i costi dell'importazione di energie nell'Ue, che ammonta ogni anno a 350 miliardi di euro. E di conseguenza diminuire l'importo delle bollette. Il 40% dell'energia consumata nell'Unione europea è usata per il riscaldamento o il raffreddamento degli edifici.
Ad oggi il 75% degli edifici sono inefficienti dal punto di vista energetico e quindi rappresentano un'importante area da riformare e migliorare. Per questo ad aprile 2018 il Parlamento ha adottato le nuove regole sull'efficienza energetica degli edifici. Queste nuove norme prevedono la preparazione da parte degli stati membri di strategie nazionali a lungo termine per sostenere la ristrutturazione di edifici residenziali e non residenziali.
"Aumentare l'efficienza energetica è una politica vincente per tutti gli europei. L'accordo porterà a una riduzione dei consumi di energia, a una riduzione delle bollette, ma migliorerà anche la salute e il benessere dei cittadini. Ridurrà inoltre i costi stimolando gli investimenti, l'occupazione, la crescita in particolare nel settore edilizio. Si tratta di una buona notizia per il nostro pianeta: l'efficienza energetica è un elemento chiave per la nostra politica climatica e questa direttiva giocherà un ruolo chiave per far sì che tutti i Paesi rispettino l'accordo di Parigi", ha detto Miroslav Poche eurodeputato e uno dei relatori dell'accordo. L'obiettivo è ambizioso: raggiungere l'indipendenza energetica nel 2050. Questo significa che tra poco più di 30 anni gli edifici non dovrebbero consumare quasi nulla in termini di energia.
Un nuovo meccanismo di controllo - Per seguire i progressi nel raggiungimento degli obiettivi del 2030 e promuovere la cooperazione in caso uno stato membro sia in ritardo nell'adempimento degli obblighi, il Parlamento europeo e i ministri dell'Ue hanno trovato inoltre un nuovo strumento chiamato "Governance dell'unione dell'energia". Perché le nuove norme entrino in vigore manca l'ultimo step: l'approvazione in seduta plenaria del Parlamento e del Consiglio dei ministri dell'Unione prevista per ottobre 2018.