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Per più di uno studente su due aule gelide dopo le vacanze di Natale | In classe spuntano cappotti e coperte

Su oltre mille alunni interpellati dal portale Skuola.net, il 55% lamenta temperature troppo rigide in classe al rientro a scuola a gennaio. I problemi non si riducono ai malfunzionamenti dell’impianto di riscaldamento: infissi malconci, finestre aperte per contrastare eventuali contagi ed esigenze di risparmio completano il quadro. Coperte e cappotti le “armi” più usate

Per più di uno studente su due aule gelide dopo le vacanze di Natale | In classe spuntano cappotti e coperte - foto 1
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Ritorno a scuola da brividi.

Letteralmente. A causa dell’irrigidimento del clima di questi ultimi giorni e dei conclamati problemi strutturali delle scuole italiane, ben il 55% degli studenti degli istituti secondari lamenta infatti disagi in classe dovuti proprio alle basse temperature. E se per la metà di loro si tratta di una situazione gestibile, per l’altra metà il disagio è tangibile. A tal punto da costringerli, in molti casi, a ricorrere ai cappotti se non addirittura, in casi estremi, a coperte e stufette. E non manca chi ha dovuto alzare bandiera bianca, restando a casa, come segnalato anche dalle cronache. A tracciare questo quadro della situazione è un sondaggio effettuato da Skuola.net, su un campione di 1.000 alunni di medie e superiori.

 

Lo stato di salute delle strutture scolastiche peggiora la situazione

 

Secondo i diretti interessati, però, gli agenti atmosferici hanno solo una parte di responsabilità. Molto, infatti, lo fanno le condizioni in cui versano i nostri istituti. Visto che, sempre a detta degli studenti, la concausa principale del freddo a scuola è la scarsa tenuta termica degli edifici cosicché, sebbene i termosifoni funzionino a dovere, si fa fatica a mantenere il calore all’interno delle aule: non a caso la mette al primo posto il 28% degli alunni “intirizziti”. A seguire, sembra ci siano ragioni economiche: il 22% afferma che l’impianto di riscaldamento viene acceso solo per alcune ore, per contenere presumibilmente i costi della bolletta. Annose criticità che il sistema scolastico sembra proprio non riesca a risolvere.

 

Nella lista delle cause del gelo, però, vanno aggiunte anche questioni nate più di recente. Come la necessità di far areare i locali per arginare il diffondersi dei virus, Covid su tutti. Il 15% imputa le basse temperature in aula proprio al fatto di dover tenere le finestre socchiuse o addirittura spalancate. E poi ci sono le scuole in cui i riscaldamenti sono proprio rotti, che non sono poche: un altro 15% racconta di caloriferi spenti da inizio a fine giornata. Infine, va considerata anche l’età degli impianti: per il 9% sono così vecchi che vanno maneggiati con cura, evitando di farli lavorare troppo.

 

Per proseguire con le lezioni ci si deve organizzare 

 

Qualunque sia l’origine del freddo, però, la didattica deve andare avanti. E allora ci si organizza con le contromosse più varie. Oltre un terzo (35%) degli studenti infreddoliti sta ricorrendo alla più classica delle difese: seguire le lezioni con addosso il piumino o il cappotto. Circa 1 su 10 ha tirato fuori dall’armadio una più comoda coperta. Ma a volte non basta e bisogna abbandonare il campo da gioco, come ha fatto il 10% degli studenti in preda al gelo: sono coloro che, ad esempio, hanno cambiato aula oppure che hanno preferito restare a casa di propria sponte o, ancora, che hanno ottenuto una riduzione di orario o una chiusura in toto della scuola.

 

Fortunatamente, comunque, le basse temperature in classe non hanno costretto tutti a doversi difendere con altri strumenti, se non con vestiti pesanti: il 40% di quelli che hanno percepito in classe una temperatura più rigida del dovuto, hanno continuato a fare lezione come se nulla fosse. Con l’auspicio, probabilmente, che la colonnina di mercurio torni a salire in fretta.

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