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Olimpiadi di italiano, la vincitrice 16enne: "Non abbandoniamo le materie umanistiche”

Giulia Arnoldi vorrebbe fare della letteratura un lavoro, senza cedere alla tentazione di scelte “più facili”. E ai maturandi del 2022 fornisce qualche consiglio utile per gli scritti

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Il suo motto potrebbe essere “andare controcorrente” perché, nonostante il mondo del lavoro spinga i giovani verso rotte più tecniche e scientifiche, Giulia Arnoldi, 16 anni, ha appena vinto le Olimpiadi nazionali di Italiano, organizzate dal Ministero dell’Istruzione.

Una passione che nasce da lontano e che, non esclude, possa diventare il suo futuro. Il portale Skuola.net l’ha intervistata.

 

Meticolosa e precisa, ha dato il massimo per la disciplina che ama e questo le ha permesso di ottenere l’oro nel corso dell’importante competizione: ha svolto tre tracce, ognuna delle quali ha richiesto un impegno diverso e profondo. E per i giurati non c’è stato alcun dubbio: Giulia è così la vincitrice per la categoria “senior”. Una brillante studentessa che invita i suoi coetanei a non mollare le proprie passioni solo perché non in linea con ciò che ci si aspetterebbe da loro. E che sogna di diventare una scrittrice affermata, proprio come gli autori che la fanno sognare sin da quando è bambina.

 

Giulia, dalla passione per la letteratura al trionfo: “I miei prof sono stati decisivi”

 

Idee chiare e testa verso il prossimo obiettivo. Per Giulia, lettura e scrittura sono arti che le hanno insegnato a conoscere meglio sé stessa e gli altri. Studentessa dell’Istituto Tecnico “L. Einaudi” di Dalmine, in provincia di Bergamo, ha da sempre una forte passione per la letteratura, sin da quando piccolissima si ritrovava immersa nelle storie che le raccontavano i suoi genitori. “Qualunque cosa io pensi, qualcuno l’ha già pensata. Qualunque cosa io non riesca a esprimere, qualcuno l’ha già scritta. Studiare la letteratura è anche un modo per conoscere sé stessi”, spiega. Tra i suoi autori preferiti cita George Orwell e Carlos Ruiz Zafón per i romanzi. Di Shakespeare e Emily Dickinson, invece, apprezza le poesie.

 

Un amore che negli anni ha avuto una crescita esponenziale, grazie soprattutto all’apporto dato dai suoi insegnanti: “Ho incontrato alcuni professori che sono stati decisivi, che hanno cambiato la mia visione di scuola. Senza il loro incoraggiamento probabilmente non mi sarei iscritta alle Olimpiadi di Italiano per paura di espormi e di fallire”.

 

E, sebbene abbia solo 16 anni, sono anni che si esercita per poter esprimere sé stessa all’interno dei testi. La prova delle Olimpiadi di Italiano, però, è stata molto ardua anche per lei: tre tracce da sviluppare e nessuna possibilità di scelta. “La seconda - racconta Giulia - è quella che mi ha messo più a mio agio, forse per l’attualità del tema trattato, il razzismo, e per il registro linguistico da utilizzare, quello formale, che è in generale quello che utilizzo maggiormente”. Ma, nonostante la bravura accertata da anni di esercizio, la studentessa ha riscontrato qualche difficoltà nella stesura della traccia che comprendeva il riassunto e commento. Un elaborato che, però, potrebbe aver conquistato definitivamente i giudici delle Olimpiadi. I punti forti di Giulia? Come lei stessa racconta, sono state decisive le sue “ottime capacità argomentative e di sintesi, supportate da un’apprezzabile cultura generale e da originalità espositiva, in particolare nel riassunto”. Con quest’ultima traccia, infatti, ha dimostrato “di essere capace di catturare l’attenzione del lettore con stile spigliato”.

 

Un consiglio ai maturandi? “Non cercate vie difficili per ottenere risultati migliori”

 

La trionfatrice delle Olimpiadi di Italiano, quest’anno terminerà la terza superiore e ha quindi davanti ancora un po’ tempo prima di affrontare gli Esami di Maturità. Ma si sente comunque pronta a dare un consiglio a chi, il prossimo 22 giugno, dovrà sostenere la prima prova d’Italiano dopo ben due anni di stop. Lei, con molta probabilità, sceglierebbe il tema di attualità, anche se crede possa essere un grande rischio. Per questo, rivolgendosi ai maturandi, dice: “Non cercate la via più difficile nella speranza di ottenere risultati migliori: spesso sono le cose semplici e chiare a essere le più corrette. Scrivete di ciò che sapete”.

 

Per migliorarsi nella scrittura, afferma Giulia, bisogna scrivere ed esercitarsi costantemente: “Non fermatevi prima ancora di iniziare. Non preoccupatevi della correttezza: la grammatica si può imparare, ma non dimenticate che per imparare è necessario studiare. Concentratevi anche sulle idee e su come svilupparle. Leggete, tutto quello che potete. Fatevi ispirare”.

 

La vittoria alle Olimpiadi? Il primo passo verso un sogno più grande

 

La preparazione che l’ha portata a vincere il titolo italiano è stata lunga e complessa: “Ho cercato di migliorare alcuni aspetti della mia scrittura, correggendo imperfezioni e tentando di sviluppare idee complesse nel modo più chiaro possibile”. Ha incontrato scrittori e dialogato con loro per poter comprendere meglio gli stili differenti e capire come metterli in pratica. Un percorso che le è servito anche d’ispirazione: “La vera vittoria - sottolinea - è stata essere riuscita a confrontarmi con una realtà così ampia: il primo posto è un’ulteriore conferma, ovviamente gradita, ma non indispensabile per la riuscita di questo percorso”.

 

E sì, perché per la giovane sedicenne le sfide non sono finite qui. Nel futuro post-scolastico vorrebbe intraprendere un percorso formativo che le permetta di consolidare le sue diverse aspirazioni: “Mi appassionano sia le materie tecniche che quelle umanistiche. Ho un debole per le lingue straniere - racconta la studentessa - ma anche per l’economia aziendale e la letteratura. Attualmente sto iniziando a prendere in considerazione la possibilità che l’Italiano diventi il mio futuro”. E non si pone limiti: tra i suoi sogni nel cassetto c’è quello di diventare scrittrice anche se si dice “consapevole della difficoltà e della lunghezza di questo percorso”.

 

Di certo, però, Giulia vorrà seguire le sue passioni, senza sentirsi obbligata di fare scelte che non la appartengono perché più “spendibili”, o almeno così si è portati a pensare, nel mercato lavorativo: "La scelta delle materie umanistiche non deve essere abbandonata solo perché quelle scientifiche o tecniche possono aprire più porte verso il mondo del lavoro. Ritengo fondamentale seguire le proprie inclinazioni, studiare ciò che appassiona, tenendo in considerazione il mondo lavorativo in maniera minore”.

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