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Maturità: la storia non è sparita dall'esame, è sparita dalla scuola

Il programma scolastico del Novecento viene costantemente “tagliato” a metà, e non peggio. Lo dicono i circa 3mila maturandi intervistati da Skuola.net

Maturità: la storia non è sparita dall'esame, è sparita dalla scuola - foto 1
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Come dice il proverbio? “Con i se e con i ma la storia non si fa”.

E a quanto pare nella scuola italiana di ‘se' e ‘ma' ce ne sono parecchi perché moltissimi ragazzi, in particolare i maturandi, a poche settimane dagli esami sono pericolosamente indietro nello studio della storia e della letteratura del ‘900. Ad affermarlo sono i circa 3mila studenti intercettati da una web survey di Skuola.net, tra quelli che quest'anno dovranno affrontare la maturità.
Quale sarà il livello di preparazione con cui i diplomandi del 2019 si presenteranno al cospetto delle commissioni?

Storia: il visconte dimezzato della scuola
Distratti dalle polemiche sulla scelta (o presunta tale) di eliminare il tema storico dalla nuova Maturità, forse non ci siamo accorti che in realtà la materia, pur presente nella forma, nella sostanza è il “visconte dimezzato” dell'intero sistema scolastico italiano. Non è raro, infatti, che i programmi di storia pensati per le superiori non arrivino a coprire tutto il secolo scorso o che gli insegnanti non abbiano avuto il tempo materiale di ultimarli in classe prima della fine delle lezioni.

Sono poco meno di 3 su 5 i ragazzi che riusciranno a completare il programma in tempo. Ed entrando nel dettaglio delle risposte, i dati diventano ancora più preoccupanti: il 21% dei maturandi, con l'ultima campanella ormai alle porte, non ha ancora finito la spiegazione della Seconda Guerra Mondiale, mentre il 10% è fermo al periodo tra le due Guerre Mondiali. Il restante 10%? Non è arrivato neanche alla Grande Guerra.

Letteratura, 1 su 3 non affronta il secondo Novecento in classe
Non va meglio con la letteratura e gli autori del ‘900 (grandi protagonisti dell'analisi del testo della prima prova, il tema d'italiano). Qui i numeri sono leggermente più confortanti: il 65% dei maturandi è già sulla buona strada verso il completamento del programma di italiano dell'ultimo anno. Ma più di 1 ragazzo su 3, ad esempio, sostiene di non essere ancora arrivato a studiare gli autori degli anni ‘40-'50. Figurarsi i contemporanei, che ultimamente fanno spesso e volentieri capolino all'esame.

Per la maturità 2019 studiamo da soli
E tutto quello che rimane fuori programma? Ecco un barlume di speranza: il 50% degli studenti ha deciso di studiare, approfondire e integrare - ovviamente da solo, al di fuori dalle mura scolastiche - tutta la parte di storia del secolo scorso e dei primi anni 2000 (che in classe non si riesce a studiare). Si unisce allo studio in solitaria un altro 24% di studenti, che però potrà contare su un piccolo aiuto: le letture proposte dall'insegnante. Tutti gli altri, invece, non si preoccupano più di tanto e non si prepareranno su ciò che non è stato fatto a scuola: ci sono ben sette tracce in prima prova tra cui scegliere. E per fortuna.

Storia e autori troppo recenti, lo slalom degli studenti
Se nella traccia di prima prova dovessero essere presenti riferimenti alla storia del ‘900, infatti, quasi la metà del campione li eviterebbe come la peste. Solo un 14% si dice interessato alla materia e quindi svolgerebbe la traccia indipendentemente dall'argomento trattato. Mentre quello del 37% è un sì ma non pienamente convinto (svolgerebbe le tracce di matrice storica solo a patto che trattino di temi affrontati in classe).

E se uscisse un autore del secondo Novecento come analisi del testo in prima prova? La metà dei maturandi (50%) non scarta a priori questa opzione, sempre però a patto che sia stato spiegato dal professore. L'altra metà del campione, di nuovo, preferirebbe non dover arrivare a tanto: se dovesse presentarsi un Calvino o uno Sciascia, probabilmente sceglierebbe un'altra traccia.