PROVE INVALSI

Invalsi, dal 4 marzo anche in quinta superiore: ecco come funzionano

A una settimana dall’inizio dei test, per la prima volta somministrati anche ai maturandi, Skuola.net ha organizzato una videochat interamente dedicata alle prove

27 Feb 2019 - 20:24
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Le prove INVALSI debutteranno in quinta superiore dal prossimo 4 marzo. Fino al 30 del mese, i maturandi dovranno quindi cimentarsi sulle domande di italiano, matematica e inglese. Il responsabile area prove dell'istituto INVALSI Roberto Ricci, durante un'intervista a Skuola.net, ha riassunto i punti principali dei test per i maturandi, ormai in partenza. Ecco come si svolgeranno e tutto quello che c’è da sapere.

Perché le prove INVALSI sono utili per gli studenti?
Iniziamo dal dubbio amletico: perché è stato deciso di organizzare le prove alla vigilia della maturità? “La ragione è semplice – spiega Ricci –, per avere un’informazione sui livelli di competenza che i ragazzi hanno raggiunto al termine dell’intero ciclo, dopo ben tredici anni di scuola. Un’informazione che sarà poi molto utile agli studenti, alle famiglie ma anche alle scuole”. Per far migliorare i singoli e l’intero sistema scolastico. Si avrà, infatti, un risultato che non è legato alla scuola che si frequenta, ma che sarà messo a confronto con quello degli studenti di tutta Italia. Per dare un parametro complessivo sia delle competenze del singolo sia del suo rendimento in rapporto al livello dei suoi ‘colleghi’ dell’intero territorio nazionale.

In questo quadro, particolare importanza riveste la prova d’Inglese. “L’INVALSI per questa materia – sottolinea Ricci – richiede il raggiungimento dello stesso livello di comprensione e ascolto (B2) previsto dalle università per la certificazione d’idoneità (ormai obbligatoria dappertutto)”. Superando la prova, di fatto, è come aver sostenuto in anticipo un esame universitario. In più, è una prova che aiuta a prendere consapevolezza di sé: “Molti – continua il responsabile area prove dell’istituto INVALSI – non sanno di avere problemi con la lingua. La prova dovrebbe spronare a correre ai ripari il prima possibile, per non rischiare di arenarsi successivamente”. A questo punto la domanda sorge spontanea: e chi già possiede la certificazione d’Inglese? “Dovrà sostenere lo stesso la prova”, chiarisce Ricci.

Come si svolgeranno le prove INVALSI di quinta superiore
Ma come si svolgeranno, in concreto, le prove? Quella d’italiano verterà su 7 testi (6 incentrati sulla comprensione e 1 sulla riflessione). Quella di matematica, invece, avrà tre strutture diverse a seconda dell’indirizzo di studio: una per i licei ‘non scientifici’ e per gli istituti professionali, una per tutti gli istituti tecnici e una terza per tutti i licei d’impostazione scientifica. L’80% delle domande sarà comune a tutti i percorsi, l’altro 20% sarà personalizzato: “Per dare a ogni studente – assicura Ricci – le stesse possibilità di raggiungere un buon risultato”. Entrambe le prove dureranno 2 ore (i ragazzi con DSA e disabilità avranno 15 minuti in più). Infine l’inglese: si dovranno leggere 5 testi (2 di livello B1, 3 per il livello B2) e si dividerà in due parti (90 minuti per la lettura, 60 minuti per l’ascolto). “Ma – continua Ricci – per rispondere i tempi effettivi necessari dovrebbero essere più contenuti”.

Domande e strumenti: non serve studiare a memoria
Prove che si svolgeranno interamente al computer (come avvenuto lo scorso anno per la seconda superiore) e saranno diverse da studente a studente, pur avendo lo stesso livello di difficoltà. La distribuzione delle prove sul calendario sarà delegata ai singoli istituti (solo le classi campione le dovranno svolgere in date specifiche, nella seconda settimana, quella dal’11 al 15 marzo). “Ciò significa – tranquillizza Ricci – che gli studenti che non potranno essere presenti nei giorni indicati potranno comunque recuperare le prove”. Le domande, invece, punteranno principalmente sulla valutazione delle competenze e non sulle conoscenze nozionistiche (a matematica, ad esempio, i ragazzi avranno a disposizione il formulario e la calcolatrice). “Si vuole riprodurre la modalità di apprendimento ordinario: la nozione la cerco altrove, io ci devo mettere gli strumenti per collocarla nel contesto giusto”.

Gli esiti delle prove INVALSI
Ci sarà comunque un risultato, declinato in base a una scala che va da 1 (il minimo) a 5 (il massimo). E una descrizione spiegherà i motivi di quel giudizio. Per l’inglese, invece, si avrà un doppio attestato: uno per la lettura e uno per l’ascolto. Risultati possibili? B2 (traguardo previsto), B1 oppure ‘non B1’. “Stiamo lavorando – dice Ricci - per avere in futuro prove adattative: si inizia con quesiti tarati sul livello richiesto e, a seconda delle risposte, si propongono domande più facili o più difficili”. Durante la prova, inoltre, si riceveranno delle credenziali per accedere al sito INVALSI, per poter visionare il proprio risultato (indicativamente dopo il termine delle lezioni).

INVALSI e maturità
Per fortuna dei maturandi, già in ansia per la preparazione dell’esame di giugno, almeno stavolta le prove influiranno sulla maturità il minimo indispensabile. “Le prove INVALSI – spiega il responsabile delle prove – saranno obbligatorie ma non saranno requisito d’ammissione, come invece avverrà il prossimo anno”. L’esito delle prove, però, confluirà nel curriculum scolastico dello studente, rafforzando il loro valore informativo. Anche se, come conclude Ricci, “Sia quest’anno che nel prossimo futuro non incideranno sul voto di maturità”.

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