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Disturbi alimentari, i corpi "perfetti" sui social dettano la dieta di quasi un giovane su due e ne riducono l'autostima

Un’indagine di Skuola.net e Associazione Di.Te. rivela che la maggior parte dei ragazzi si confronta con influencer e star dei social per valutare il proprio aspetto, arrivando a cambiamenti nelle abitudini alimentari e a sperimentazioni di regimi dietetici. Questo ciclo negativo alimenta l'insicurezza fino a portare il 40% dei ragazzi a evitare situazioni sociali per paura del giudizio altrui

Disturbi alimentari, i corpi "perfetti" sui social dettano la dieta di quasi un giovane su due e ne riducono l'autostima - foto 1
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Pensieri, umori, comportamenti: i social network, per le nuove generazioni, hanno sempre più un forte potere di condizionamento psicologico.

Non sempre in maniera positiva. Tutta “colpa” dei modelli di riferimento che spopolano in quei luoghi, quasi sempre votati alla perfezione soprattutto fisica. Ben 3 giovani su 4, ad esempio, per valutare il proprio aspetto esteriore prendono a riferimento proprio quello di influencer e star delle piattaforme. Con la conseguenza che quasi 1 su 2 tende a modificare le proprie abitudini alimentari per cercare di rientrare in quei canoni e il 30% sperimenta i consigli sul cibo e sul benessere proposti da molti di loro, per tentare di restare al passo con quel tipo di fisico. Una missione quasi impossibile: in fondo quelle immagini sono spesso ritoccate con gli onnipresenti filtri. Così l’autostima ne risente: a 4 su 10 è capitato di non voler uscire di casa per paura del giudizio altrui. Mentre quasi 1 su 3 ha l’abitudine di modificare appunto con filtri ed effetti le foto che pubblica sui social.

 

A mostrare tutte le sfaccettature del pessimo rapporto tra i giovani e il proprio corpo ai tempi dei social media è un’indagine condotta dal loro portale di riferimento Skuola.net assieme agli psicologi e psicoterapeuti dell’Associazione Di.Te., su un campione 1.668 ragazze e ragazzi tra i 9 e i 24 anni, e diffusa in occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla 2024, dedicata proprio alla sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare. Ormai una vera emergenza, soprattutto nelle fasce d’età più basse, che sulla carta nemmeno dovrebbero avere accesso ai social ma che nei fatti bypassano gli sbarramenti anagrafici.

 

Tendenze, quelle appena descritte, avvalorate anche da recenti dati dell’Istituto Superiore di Sanità secondo cui, tra quanti accedono ai Centri del Servizio Sanitario Nazionale dedicati a queste problematiche, ben il 59% ha tra i 13 e i 25 anni e un preoccupante 6% ha meno di 12 anni. Peraltro, se l’accesso ai servizi è costituito al 90% da utenza femminile, l’impatto dei social sul rapporto col corpo e col cibo colpisce entrambi i generi senza troppe differenze.

 

I modelli social ispirano ma rendono anche molto insicuri

 

Come detto, sono tantissimi gli adolescenti e i giovani adulti che si lasciano trasportare da modelli distorti: il 31% confronta costantemente il suo corpo con quelli dominanti sui social, un altro 44% lo fa a cadenza periodica. Ancora più inquietante il dato che vede il 46% degli intervistati adottare uno specifico regime alimentare pensando proprio a quel paragone: il 16% lo fa spesso e volentieri, il 30% ogni tanto. E c’è persino un’ampia fetta di ragazzi che prova a imitare lo stile di vita comunicato dai loro idoli attraverso il web: 3 su 10 hanno provato diete e allenamenti “sponsorizzati” da uno o più influencer (per il 10% è una cosa frequente, per il 20% si è trattato di esperimenti).

 

Nonostante ciò, la mancata accettazione del proprio corpo rimane un qualcosa di insito nelle Generazioni Zeta e Alpha. Dimostrazione ne è il fatto che il 40% delle ragazze e dei ragazzi raggiunti dall’indagine dice di trovarsi a volte nella condizione di non voler uscire di casa o di sottrarsi da occasioni di socialità perché insicuro della sua fisicità: al 23% ciò accade occasionalmente, per il 17% è una costante di vita. Un fatto che, inoltre, aumenta al crescere dell’età: tra i 9 e i 14 anni la percentuale di chi tende a ritirarsi socialmente è del 31%, tra i 15 e i 19 anni sale al 43% e tra i 20 e i 24 arriva addirittura al 60%.

 

Lo stesso avviene nella dimensione digitale, con il 27% che si dice insoddisfatto di come appare il proprio fisico nelle foto e nei video “al naturale” che finiscono online. E, probabilmente per questo, una quota simile (34%), se ha l’opportunità di farlo, cerca sovente di modificarli o di applicare dei filtri migliorativi prima di pubblicarli. Gran parte della responsabilità di un approccio del genere, tra l’altro, viene imputata proprio ai social network: è il 40% dei giovani a pensare che i contenuti delle piattaforme social influiscano negativamente sulla propria autostima. E più si cresce, peggio è: tra i 20 e i 24 anni si arriva a quasi la metà, 46%.

 

L'assenza di dialogo peggiora le cose

 

Sembra ovvio, di fronte a uno scenario simile, che si debba intervenire per aiutare questi ragazzi. Ma capire dove c’è un malessere è tutt’altro che semplice e richiede spiccate doti investigative da parte degli adulti. Perché le nuove generazioni, anche su questo argomento, preferiscono non aprirsi col mondo: solo poco più di un terzo (35%) ha cercato aiuto o ha perlomeno parlato con qualcun altro dei suoi problemi con il corpo e l’alimentazione: solamente il 25% lo ha fatto con in genitori, appena il 10% con uno specialista.

 

“Diventa sempre più difficile ignorare la correlazione che c’è tra i modelli estetici che vanno per la maggiore sulle piattaforme social e il cattivo rapporto che una fetta crescente di giovani ha con il cibo e con il corpo. Sì è vero, i modelli e le modelle da calendario sono sempre esistiti, ma non erano il ragazzo o la ragazza della porta accanto. Infatti sia io che accedo ai social media che il creator di successo abbiamo in teoria la stessa possibilità di postare contenuti, mentre sul calendario ci finivano solo i professionisti. Questo genera innegabilmente delle comparazioni che, unite alla pervasività delle piattaforme e alla possibilità di ritoccare facilmente le immagini, stanno avendo un impatto negativo su una fascia della popolazione estremamente vulnerabile quando si parla di corpo, cibo e autostima”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.

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