PROTESTE STUDENTESCHE

Scuole occupate: la mappa della protesta

Dopo le manifestazioni che hanno coinvolto, la settimana scorsa, le piazze di tutta la Penisola, ora è la volta delle scuole assediate dagli studenti che non mostrano di volersi arrendere.

21 Nov 2013 - 15:23
 © Ansa

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Continua più accesa che mai la rivolta degli studenti contro i recenti provvedimenti presi dal Governo delle larghe intese, massimamente espressi nella Legge di Stabilità e in quel Decreto Scuola che agli occhi dei giovani non può essere più che un beffardo contentino. Così dopo le contestazioni di piazza, le assemblee e le prime mobilitazioni, la sollevazione studentesca passa alla fase delle occupazioni. Ai numerosi istituti già occupati nelle precedenti settimane, se ne aggiungono ora tanti altri, senza risparmio per alcuna regione del Paese. Il portale Skuola.net segnala che un cordone di ragazzi da Venezia a Palermo promette guerra. E intanto gli studenti del liceo artistico Boccioni di Napoli non si arrendono allo sfratto, e lanciano una petizione.

BOCCIONI: LA SCUOLA NON È UN ALBERGO - Il liceo artistico Boccioni di Napoli non si arrende al preannunciato sfratto della scuola che si vorrebbe trasformare in un albergo, con trasferimento nell’edificio dell’ex ITI Striano. I giovani a rischio sfratto hanno occupato la scuola e sono scesi in piazza per protestare contro una decisione che sembra mettere a rischio l’arte e l’istruzione. “Lo sfratto del Boccioni è il simbolo delle logiche del potere e del denaro, degli interessi dei privati e degli imprenditori che si scontrano con i diritti degli studenti, con il diritto dell'uomo all'istruzione, alla formazione e all'arte; è il simbolo del business che prevale sulla cultura”: questo si legge nella petizione lanciata dagli studenti del Boccioni per salvare la loro scuola.

SCUOLA OCCUPATE A ROMA, NAPOLI, VENEZIA, BOLOGNA E PALERMO - Sono davvero tante le scuole del Paese occupate in queste ore da studenti stanchi di essere vittime sacrificali di politiche decisionali sempre più impopolari e di quella austerity che colpisce implacabilmente le classi sociali più deboli. Nella Capitale circa 10 gli istituti presidiati dai giovani in rivolta, e tra questi il ginnasio Mamiani e lo scientifico Aristotele. Ma anche l’Università è in protesta: la facoltà di Architettura dell'università La Sapienza ha proclamato, infatti, lo stato di assemblea permanente, ribellandosi al fatto che il titolo rilasciato dal corso a ciclo unico non sia, oggi, ancora potenzialmente valido nell’Ue. Continua l’occupazione del liceo scientifico Sabin di Bologna, che dalla scorsa settimana protesta contro i tagli ai fondi stanziati dalla regione, motivo che ha portato anche gli studenti del nautico Cini Venier di Venezia a far capitolare la propria scuola. A Palermo i primi istituti assediati dagli studenti sono stati il classico Umberto I e il linguistico Ninni Cassarà.

I MOTIVI DELLA RIVOLTA - La protesta dei giovani italiani continua ad essere animata da questioni a cui i rappresentanti della Cosa pubblica non sembrano rivolgere troppe attenzioni. La prima causa per cui i ragazzi combattono è quella della scuola e dell’istruzione: la loro protesta è la reazione contro i tagli perpetrati negli anni alla formazione, contro la scarsezza di fondi che attanaglia la scuola pubblica. Ma la protesta riguarda anche il lavoro, e quindi il futuro dei giovani messo a rischio da una classe dirigente distratta e disattenta alla battaglia degli studenti: così la ribellione investe anche la precarietà, la disoccupazione e gli stage non pagati. I ragazzi di tutta Italia aspirano alla costituzione di un nuovo Welfare che salvaguardi diritto alla casa, alla salute, e al trasporto pubblico, ma anche e soprattutto il diritto allo studio formalmente riconosciuto.

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