Solo poco più della metà degli studenti conosce tutto l’Inno d’Italia a memoria. L’on. Frassinetti, promotrice e relatrice dichiara: "Lo sospettavo"
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La legge è stata approvata: l’Inno di Mameli si insegnerà nelle scuole e il 17 marzo sarà il “Giorno dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera”. Un provvedimento necessario stando ai dati rilevati da Skuola.net: poco più della metà degli studenti intervistati conosce per intero a memoria l’inno d’Italia. Gli studenti avevano proprio bisogno di qualche ripetizione.
INNO POCO CONOSCIUTO DAGLI ITALIANI
Uno dei simboli della nostra unità nazionale è ignorato da una buona parte dei giovani che serbano del “Canto d’Italia” solo qualche vago ricordo di quando la maestra delle elementari glielo ha fatto cantare. E di questo ne è consapevole l’on. Paola Frassinetti, promotrice e relatrice della legge, raggiunta telefonicament: “Non mi stupiscono i risultati del sondaggio di Skuola.net, quando ho proposto la legge ero conscia che l’Inno era poco conosciuto in generale dagli italiani e nel particolare degli studenti”.
L’INNO A SCUOLA
Lo studio dell’inno nelle scuole finora è stato limitato alle ore di musica, tralasciando la trattazione del significato storico del testo. “Alle medie ci avevano fatto suonare col flauto l’inno dell’Italia”, afferma una studentessa che poi aggiunge “peccato però che nella mia scuola non si affronta più quella materia se non alle medie”. E se si escludono le iniziative realizzate in occasione dei festeggiamenti per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, nelle scuole l’Inno di Mameli difficilmente aveva speranza di essere approfondito a lezione.
SERVE UN PO’ DI PATRIOTTISMO
Ora, però, sarà obbligatorio per tutti e l’on. Frassinetti precisa che “Lo scopo non è solamente quello far imparare a memoria il testo dell'inno nazionale, ma di spiegare agli studenti la storia che c’è dietro, anche alla luce del fatto che nelle scuole si registra una sempre maggiore presenza di studenti stranieri che, però, saranno i futuri italiani, quindi questo sarà il loro inno”. E se, da una parte, c’è chi ha accolto di buon grado la novità, altri non ne hanno ancora capito l’utilità. Su Facebook, infatti, in risposta ad Emanuele che ha scritto “Mi sembra giusto! È ridicolo vedere gente che arranca in presenza dell’inno. Suvvia, un po’ di patriottismo!”, Gianluca incalza affermando che “Anziché svecchiarci, mettono una legge per imparare una cosa vecchia e stravecchia come l’Ave Maria e il Padre nostro”.
MAMELI DIVENTERÀ UN MODELLO PER I GIOVANI
Basta poi leggere commenti come quello di Giuseppe che posta un discutibile “Non si ricordano che nelle scuole italiane ci sono tanti stranieri, senza contare poi i tanti meridionali” per capire che un intervento per rinsaldare l’unità nazionale e il sentimento di patriottismo probabilmente non è solo necessario, ma anche urgente. In particolare, i giovani hanno bisogno di figure positive come modello e per l’on. Frassinetti “sapere, ad esempio, che c’è stato un giovane di 22 anni come Goffredo Mameli sicuramente può ispirare le giovani generazioni”.