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A lezione di... referendum: a scuola il tema su Sì e No

Un professore d'italiano della provincia di Reggio Emilia ha proposto ai suoi studenti una traccia di saggio breve sul referendum costituzionale del 4 dicembre. Un modo per stimolare ad approfondire tematiche strettamente legate all'attualità

Il dibattito sul referendum arriva sui banchi di scuola.

Il 4 dicembre, data della consultazione che dovrà decidere se ratificare o meno la legge di riforma della Costituzione Italiana, si avvicina rapidamente e non c'è giornale, radio, programma televisivo che quotidianamente non ne parli. Le ragioni del Sì che, inevitabilmente, si scontrano con quelle del No: in fondo è una questione che riguarda tutti gli italiani e una maggior conoscenza non può che far bene. Lo scrive Skuola.net.

L'ATTUALITA' ENTRA A SCUOLA - Così non stupisce che l'argomento sia entrato anche nelle scuole, in una in particolare: il Convitto Nazionale Rinaldo Corso, istituto alberghiero di Correggio, in provincia di Reggio Emilia. E non come semplice "ospite" - oggetto di dialogo tra studenti e professori tra una lezione e l'altra - ma da protagonista. Tutto merito di Matteo De Benedittis, giovane docente d'italiano proprio nell'istituto reggiano.

OGGI COMPITO IN CLASSE…SUL REFERENDUM - Per stimolare la mente dei suoi alunni, infatti, ha elaborato una traccia di saggio breve di ambito storico politico – molto simile a quello presente tra i temi della maturità - da far svolgere durante un compito in classe, previsto nelle prossime settimane. “Ho cercato di far interessare i miei alunni a un avvenimento destinato a condizionare il futuro dell'Italia – dice De Benedittis – assumendo un atteggiamento il più possibile professionale; per questo ho tentato di essere equilibrato nella scelta dei documenti, riportando alcuni articoli neutri, alcune ragioni del sì e altre del no. Come insegnante di lettere, però, ho sentito il dovere di guardare anche al futuro e non solo al passato”.

UN MODO PER ‘COSTRINGERE' AD INFORMARSI - Del resto, alcuni dei suoi studenti (soprattutto dell'ultime classi), hanno già compiuto il 18esimo anno e saranno quindi chiamati alle urne per la prima volta proprio in occasione del referendum costituzionale di dicembre. “Alla fine credo di aver fatto una buona scelta – continua il prof – perché molti sapevano a malapena che tra poche settimane ci sarebbe stato un referendum. In questo modo, invece, ho stuzzicato la loro curiosità. Certo, il discorso è talmente sfaccettato che era impossibile riportare tutto il dibattito nella sua complessità; ma, proprio per questo motivo, ho avvertito con un mese di anticipo i miei studenti, in modo che possano informarsi personalmente e farsi un'idea autonoma. Non so quali potranno essere i risultati "scolastici". Chi però deciderà di andare a votare saprà perlomeno cosa c'è in ballo”.

UTILE ANCHE IN VISTA DELLA MATURITA' - Un'occasione d'oro da sfruttare, dunque, per due importanti ragioni: da una parte, dover preparare la verifica sarà uno stimolo fondamentale per approfondire i contenuti dell'ipotetica nuova Costituzione. Dall'altra, può essere un ottimo allenamento in vista della maturità. E le reazioni degli studenti non si sono fatte attendere: “All'inizio ho notato molto stupore – ammette De Benedittis – ma poi è subentrato l'entusiasmo: sono loro che adesso affrontano per primi l'argomento, segno che in qualche modo desideravano che qualcuno li "costringesse" a interessarsene”. Chi ci dice, poi, che di fronte a un avvenimento del genere anche nei corridoi del Miur qualcuno non stia pensando sul serio di proporre una riflessione sull'argomento il prossimo giugno? In quel caso gli alunni del prof. De Benedittis avrebbero già la strada spianata: un risvolto che però il prof, onestamente, dice di non aver valutato quando ha preso questa decisione.

UN PROF DECISAMENTE INNOVATIVO - Quel che resta è però l'esempio, la lungimiranza di un docente che cerca, in questo modo, di scardinare l'impostazione "tradizionale" della scuola. Anche se, per la verità, De Benedittis non è nuovo a trovate simili. E' lui che ogni anno lancia il concorso letterario “Apocrifo Dantesco Anacronistico”, proponendo agli studenti di riscrivere la Divina Commedia in chiave moderna. E' stato ancora lui a sperimentare, lo scorso inverno, la formula delcompito in classe di coppia, per allenare al lavoro in team, fondamentale nel mondo del lavoro. Sempre lui a scrivere un libro – “Cantami, o Dj”, parafrasando l'incipit dell'Iliade – per spiegare la letteratura attraverso i testi della musica pop. Idee non così campate in aria, come dimostra il recente premio Nobel per la letteratura dato a Bob Dylan più o meno per gli stessi motivi. È la cultura che diventa sempre più moderna e legata all'attualità.