Un nuovo studio dell'Università della California a Berkeley cambia la nostra comprensione dello sguardo: il mondo non ci appare così com'è, come attraverso una macchina fotofrafica, ma l'immagine che vediamo è molto più complessa
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Impulsi laser sparati a specifici neuroni nel cervello di topi hanno fatto luce sul circuito cerebrale alla base delle illusioni ottiche: alcuni ricercatori guidati dall'Università della California a Berkeley hanno trovato un gruppo di neuroni che dicono al cervello di vedere cose che in realtà non ci sono.
Pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience, lo studio può aiutare a capire meglio disturbi neuropsichiatrici come la schizofrenia, ma soprattutto cambia la nostra comprensione della vista: non è una macchina fotografica, che si limita a vedere il mondo così com'è, ma è più simile allo schermo di un computer, dove l'immagine che vediamo è frutto di calcoli complessi e manipolazioni. I ricercatori hanno osservato gli schemi di attività cerebrale dei topi quando venivano mostrate loro immagini illusorie come il "triangolo di Kanizsa", dove vediamo due triangoli sovrapposti anche se in realtà nessuno dei due è effettivamente disegnato. Sparando raggi laser a specifici neuroni, gli autori dello studio hanno poi scoperto che potevano attivare gli stessi schemi di attività cerebrale anche quando le illusioni erano assenti.
"Sappiamo anche che la rappresentazione dell'illusione nasce prima nelle aree visive superiori": in pratica, il circuito delle illusioni riceve istruzioni dalle regioni cerebrali che elaborano per prime le informazioni visive, che 'ordinano' ai neuroni coinvolti di vedere o percepire cose assenti nella realtà, sulla base delle esperienze passate. La vista non è, dunque, un processo passivo in cui semplicemente il cervello assorbe le informazioni provenienti dal mondo esterno, ma uno attivo in cui la percezione della realtà viene interpretata e costruita", dice Hyeyoung Shin dell'Università coreana di Seul, che ha guidato i ricercatori.