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Leucemia, ricerca abbatte rischi dopo trapianti: un'italiana tra gli autori

Le complicanze legate alla cosiddetta "malattia dellʼospite" vengono ridotte dal 68 al 32%. Il "segreto" è in un siero contro i linfociti

Leucemia, ricerca abbatte rischi dopo trapianti: un'italiana tra gli autori - foto 1
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Un gruppo di ricercatori, tra i quali l'italiana Francesca Bonifazi, ha messo a punto una nuova terapia che abbatte le complicanze mortali legate ai trapianti, portandola dal 68,7 al 32,2%.

Lo studio, pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine, rappresenta una speranza concreta per i malati di leucemia, che rischiano la vita a causa della cosiddetta "malattia dell'ospite", la più pericolosa complicanza del trapianto di midollo osseo.

Agire sui linfociti - L'ipotesi degli autori è che l'aggiunta di un siero contro i linfociti (globulina anti linfocitaria, Atg) riduca significativamente la possibilità che insorga la "malattia dell'ospite", senza pregiudicare l'efficacia del trapianto. "In questo modo si ottengono due risultati - spiega la Bonifazi, trapiantologa al Policlinico Sant'Orsola di Bologna - e cioè che i linfociti combattono lo stesso la leucemia ma non attaccano gli organi sani".

I risultati - Nello studio 161 pazienti affetti da leucemia acuta sono stati divisi in due gruppi: uno è stato sottoposto a un regime standard, mentre l'altro ha ricevuto l'aggiunta di Atg. Il trattamento è stato effettuato prima del trapianto da cellule staminali emopoietiche di un fratello HLA identico (cioè con la massima compatibilità). Dopo 24 mesi di osservazione l'incidenza della "malattia dell'ospite" cronica è stata del 68,7% nel braccio di controllo, del 32,2% in quello sperimentale.