Influenza: già a letto 1,5 milioni di italiani, il picco è atteso per fine gennaio
Ad essere colpiti maggiormente sono i bambini al di sotto dei 5 anni
Aumentano i casi di influenza dal Nord al Sud del Paese e sono già circa un milione e mezzo gli italiani colpiti dal male di stagione, anche se il picco è atteso per fine gennaio e la corsa dei virus influenzali sembra procedere un po' più a rilento rispetto allo scorso anno.
E' il quadro che emerge dagli ultimi dati del bollettino Influnet diramato dal Dipartimento malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità.
Il numero di casi stimati nell'ultima settimana considerata (quella dal 17 al 23 dicembre 2018) è pari infatti a circa
225.000, per un totale, dall'inizio della sorveglianza, di circa
1.500.000 casi, sottolinea il direttore del Dipartimento
malattie infettive dell'Iss Gianni Rezza. Al momento, il livello
di incidenza in Italia è pari a 3,7 casi per mille assistiti.
Ad
essere colpiti maggiormente sono i bambini al di sotto dei 5
anni, tra i quali si osserva un'incidenza pari a 11,1 casi per
mille assistiti. Si va dunque, per la fascia di età pediatrica,
verso un'intensità media dell'influenza, stabilita nella soglia
pari a 12,89 casi per mille assistiti. Umbria, P.A. di Trento,
Abruzzo e Sicilia le Regioni più colpite.
"Al momento, anche se siamo entrati nella fase epidemica -
spiega Rezza - l'andamento dei casi è più a rilento rispetto
alla scorsa stagione, pur rilevandosi un aumento. I virus
influenzali che stanno circolando maggiormente sono l'AH3N2, che
colpisce maggiormente gli anziani, e l'AH1N1, virus che è
stato responsabile della pandemia influenzale del 2009. Ma il
fatto che l'aumento dei casi proceda più a rilento - chiarisce -
puo' dipendere da vari fattori, come la suscettibilità della
popolazione o la mutazione dei virus".
Anche la vaccinazione
antinfluenzale, che quest'anno sembrerebbe aver registrato un
aumento, può aver avuto un peso: "Non ci sono ancora dati
definitivi - afferma Rezza - ma le scorte vaccinali si sono
esaurite prima ed è probabile un maggior ricorso alla
vaccinazione specie da parte degli anziani, e questo ha
diminuito notevolmente il rischio di casi gravi. Dal momento che
la maggioranza dei casi si registra però tra i bambini, che
solitamente non vengono vaccinati, l'andamento lento nella
circolazione dei virus non credo possa attribuirsi all'effetto
della vaccinazione".
Quanto al picco di casi, "se negli ultimi
due anni si è registrato in anticipo agli inizi di gennaio,
quest'anno arriverà probabilmente tra fine gennaio e inizi
febbraio. Cruciali - rileva l'esperto - saranno però le prossime
settimane con la riapertura delle scuole".
Intanto, una conferma
circa l'aumento delle vaccinazioni antinfluenzali arriva anche
dalla Federazione dei medici di famiglia Fimmg: "Dai nostri
studi - afferma il segretario generale Fimmg Silvestro Scotti -
rileviamo quest'anno un aumentato ricorso alla vaccinazione".
Più vaccinazioni antinfluenzali, sottolinea anche il vice
segretario nazionale Fiorenzo Corti, "si sono registrate,
secondo la nostra percezione, soprattutto tra anziani e malati
cronici, con un aumento generale delle vaccinazioni che stimiamo
di circa il 20%".
E per il momento, situazione tranquilla nei
Pronto soccorso e nelle Guardie mediche: il maggior affollamento
registrato nei giorni scorsi è stata la conseguenza della
chiusura degli studi medici per le Feste natalizie e non
dell'influenza.