La scheda

Che cos'è la sindrome di Lazzaro

Si tratta di un fenomeno medico estremamente raro in cui un paziente riprende le funzioni vitali dopo la cessazione delle manovre rianimatorie

21 Lug 2025 - 08:43
 © Ansa

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La cosiddetta "sindrome di Lazzaro", o ritorno spontaneo della circolazione (ROSC), è un fenomeno medico estremamente raro in cui un paziente riprende le funzioni vitali dopo la cessazione delle manovre rianimatorie. Il nome deriva dall'episodio biblico in cui Lazzaro torna in vita dopo quattro giorni dalla morte. I primi casi documentati risalgono agli anni Ottanta, e da allora sono stati registrati solo una manciata di episodi simili nel mondo. Secondo gli esperti, non si tratta di miracoli, ma di dinamiche fisiologiche complesse, ancora oggetto di studio nella medicina d'urgenza.

Le spiegazioni mediche: perché il cuore può ripartire

 Le ipotesi principali che spiegano il ritorno alla vita in casi come quello di Tarquinia si concentrano su fattori come la ventilazione meccanica e l'effetto ritardato dei farmaci. In alcuni pazienti, l'aria intrappolata nei polmoni durante la rianimazione può impedire al cuore di funzionare correttamente: quando la ventilazione si interrompe, la pressione si riduce e la circolazione può riprendere. Altri medici sottolineano come l'adrenalina somministrata durante le manovre possa impiegare minuti a raggiungere il cuore. Inoltre, squilibri metabolici o alterazioni dell'equilibrio elettrolitico possono talvolta auto-correggersi, riattivando spontaneamente il ritmo cardiaco.

Una sindrome rarissima: i casi nel mondo

 Secondo uno studio internazionale del 2020 condotto da ricercatori come Les Gordon, Mathieu Pasquier e Hermann Brugger, i casi documentati di sindrome di Lazzaro sono circa 65 in tutto il mondo. Nella maggior parte di questi, il ritorno alla circolazione si verifica entro 10 minuti dalla sospensione delle manovre rianimatorie. Circa un terzo dei pazienti sopravvive con esiti neurologici favorevoli, mentre gli altri presentano danni cerebrali o decessi successivi. Il caso di Tarquinia, per la durata eccezionale dell'assenza di segni vitali (30 minuti), rappresenta un'eccezione alla media clinica finora osservata.

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