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Cancro, studio shock: incide più la sfortuna dello stile di vita poco sano

Analizzando 31 differenti tumori, gli scienziati Vogelstein e Tomasetti hanno scoperto che nel 70% dei casi è decisiva la cattiva sorte

Cancro, studio shock: incide più la sfortuna dello stile di vita poco sano - foto 1
-afp

Stili di vita poco sani, difetti genetici o l'ambiente in cui si vive, spesso non sono la causa del cancro.

E' il risultato dello studio realizzato dallo scienziato italiano Cristian Tomasetti e del suo collega Bert Vogelstein e pubblicato sulla rivista "Science". Sui 31 differenti tumori studiati, pari a due terzi delle neoplasie conosciute, ben 22 sono "principalmente collegati alla sfortuna: il Dna o come viviamo hanno solo un piccolo impatto", scrivono gli autori della ricerca.

Lo studio, che si è concentrato sulle cellule staminali, è di tipo statistico e serviranno ora altre ricerche. Ma introduce una novità nello studio di queste malattie, da tempo associate quasi esclusivamente proprio al modo di vivere e alla genetica.

Secondo i risultati raccolti dai ricercatori della Johns Hopkins School of Medicine, invece, sono da collegare alla cattiva sorte, intesa come una replicazione casuale delle cellule di alcuni tessuti tale da scatenare la malattia, i tumori a cervello, testa-collo, tiroide, esofago, polmone, osso, fegato, pancreas, melanoma, ovario e testicolo. Su alcune di queste forme, però, viene comunque evidenziato come fumo, sole, esposizione e radiazioni, eccessivo consumo di carne e genetica possano rappresentare la causa scatenante. Come per tumore al polmone, fegato e gola.

Risultati dello studio alla mano, i due scienziati propongono quindi che la ricerca si concentri sulla diagnosi precoce. Non potendo in molti casi prevenire molti casi di tumore, infatti, la strada maestra da percorrere è quella di bloccare subito il cancro.

"Tutti i tumori sono causati da una combinazione di sfortuna, ambiente e ereditarietà - spiega Volgenstein - e noi abbiamo creato un modello matematico che può quantificare ogni contributo".

"I rari casi di fumatori che non sviluppano tumori sono spesso attribuiti a 'buoni geni' - continua lo scienziato -, ma la verità è che sono invece solo fortunati. I cambiamenti di stili di vita possono avere un grandissimo impatto su alcuni tipi di tumori ma, secondo i nostri risultati, su altri non hanno influenza. In questo caso il modo migliore per combatterli è la diagnosi precoce, quando ancora si può intervenire con la chirurgia".