Il progetto, che prevede l'innesto di mitocondri sani da parte di una terza donatrice all'interno dell'embrione creato con il materiale genetico di una coppia, ha avuto il via libera da parte dei medici e dell'organismo etico, e attende ora l'ok del Parlamento
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La Gran Bretagna potrebbe presto dare il via libera alla fecondazione assistita con tre genitori per la cura di rare malattie genetiche. L'annuncio è stato dato dall'ufficiale medico, Sally Davies; l'ultima parola spetta ora al Parlamento. La tecnica consiste nel creare un embrione con il materiale genetico di una coppia, sostituendo però i mitocondri difettati con quelli sani di una terza donatrice.
Sul metodo si è già espresso il principale organismo etico britannico, che ha dato il via libera; successivamente si è tenuta una consultazione popolare via web durata due anni, in cui la maggioranza dei cittadini si è detta favorevole all'introduzione della tecnica. Ma per alcuni gruppi soprattutto cattolici è invece il primo passo verso la creazione di bambini "geneticamente modificati".
Le malattie mitocondriali colpiscono un nuovo nato ogni 6.500, e possono portare a problemi cardiaci, cerebrali ed epatici, oltre che alla distrofia muscolare. "Gli scienziati hanno sviluppato procedure innovative che possono impedire la trasmissione di queste malattie - ha affermato la Davies - ed è giusto che introduciamo questi trattamenti salvavita il prima possibile".
Dallapiccola: impossibile da noi - La tecnica di fecondazione assistita che prevede la creazione di embrioni 'con tre genitori', che la Gran Bretagna sta per adottare, ''non potrà essere introdotta in Italia, sia per motivi legislativi che culturali''. Lo afferma Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. ''Di questa possibilità si parla ormai da dieci anni, ed è accertato che è scientificamente fattibile - spiega il genetista - il problema e' solo di natura etica, e ne' la legge italiana nè la cultura accetterebbero una manipolazione dell'embrione di questo tipo. Personalmente poi sono convinto che questa sia una forma di accanimento terapeutico, e che si debba prendere atto di certi limiti che la natura ci pone''.