Un problema in crescita con un forte costo sanitario. Colpisce circa il 20% dei bambini
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L'arrivo della primavera è una cattiva notizia per un italiano su sei a causa della rinite allergica, patologia infiammatoria della mucosa nasale. Un problema sanitario a livello globale, con un trend di crescita calcolato al 5% negli ultimi cinque anni. Dal suo impatto sulla qualità della vita dei pazienti e sul loro rendimento lavorativo deriva un ingente costo economico. Per l'allergia soffre anche il 20% dei bambini e non sempre è facile riconoscere i sintomi.
Chi ne soffre - In Italia, la rinite allergica colpisce un italiano su sei. L'identikit risponde al profilo di una giovane donna (lieve prevalenza rispetto agli uomini), con un'età compresa tra i 15 e i 30 anni, e fattori ereditari allergici nel 20% dei casi. Una delle principali cause di mancata diagnosi, secondo gli esperti, è la tendenza delle persone affette da rinite allergica a non considerarla una patologia vera e propria. I dati riportano che nella maggior parte dei casi il paziente fa autodiagnosi e si gestisce in autonomia. Uno su tre si presenta dal medico solo quando i sintomi diventano intollerabili.
Il consiglio dell'otorinolaringoiatra - Il presidente della Società italiana di Otorinolaringoiatria Angelo Camaioni ha dichiarato all'Agi: "Il paziente deve rivolgersi prima al medico di base e poi ad allergologo, pneumologo e otorinolaringoiatra. L'ultimo specialista può verificare le comorbilità di interesse diretto come otiti, poliposi nasale, rinosinusiti, disturbi del sonno e la sindrome rinobronchiale".
Rinite allergica e asma - Walter Canonica, presidente della Società italiana di allergologia, ha aggiunto: "La rinite rappresenta un fattore certo di rischio per l'asma. Diagnosticare e curare correttamente la rinite allergica significa tenere sotto controllo una patologia ancora più impattante e "costosa" come l'asma".
La rinite allergica comporta in genere sintomi intensi a carico degli occhi, del naso, peggiorando nettamente la qualità di vita, compromettendo la capacità di studio, lavoro e attività sportiva. Per quanto riguarda l'assenteismo lavorativo, gli ultimi dati registrano una perdita di produttività che va dall'1 al 4%. Chi si presenta al lavoro o a scuola, nonostante tutto, ha una perdita di produttività che varia dall'11% al 40%.
Nei più piccoli - Il 20% dei bambini soffre di allergie. Riconoscerle non è sempre facile, come spiegano i pediatri della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps), perché possono essere scambiate per influenza o raffreddore. Necessario, quindi, recarsi dal proprio pediatra e successivamente da un allergologo, che effettuerà alcuni test per verificare la sensibilizzazione a sostanze potenzialmente allergeniche, ma prevenirle è in parte possibile.
Il decalogo - La Sipps ha elaborato una lista in dieci punti rivolta alle future mamme, con semplici misure preventive da seguire fin dai primi giorni della gravidanza e nei primi mesi di vita del neonato.
1. Smettere di fumare
2. Ridurre l'esposizione all'inquinamento ambientale
3. Utilizzare solo se prescritti alcuni farmaci, come antiacidi, paracetamolo o antibiotici
4. Evitare le situazioni di stress
5. Non esporre i neonati al fumo passivo
6. Favorire l'allattamento al seno per almeno sei mesi
7. Ad allergia diagnosticata, ridurre le concentrazioni di acari della polvere
8. Favorire ventilazione e ricambio dell'aria negli ambienti domestici
9. Ricorrere a materiali speciali per il rivestimento dei cuscini e dei materassi
10. In molti casi è fondamentale per la prevenzione il cosiddetto "vaccino", che consiste nella somministrazione dell'allergene responsabile dei disturbi allergici