WAR IS OVER

Militari più violenti dopo le missioni

Soprattutto gli under 30. Ricerca su soldati inglesi di ritorno da Afghanistan e Iraq

18 Mar 2013 - 12:59
 © Ap/Lapresse

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Più atti di violenza tra i militari dopo le missioni all'estero, specie se giovani. E' quanto emerge da uno studio, finanziato dal ministero della Difesa del Regno Unito e condotto su circa 14mila militari britannici al ritorno da Iraq e Afghanistan. La ricerca è pubblicata sulla rivista Lancet.

Lo studio - Il problema sembra riguardare in particolare gli elementi più giovani con meno di 30 anni, e chi ha avuto ruoli di combattimento o esperienze traumatiche. L'attività criminale complessiva infatti, secondo la ricerca, è leggermente inferiore nel personale militare rispetto alle persone della stessa età nella popolazione normale.

Tuttavia, gli atti violenti sono maggiori tra i membri dei servizi armati e c'è una netta differenza negli uomini under 30. Oltre il 20% dei 2.728 giovani militari seguiti ha commesso infatti un atto violento (principalmente aggressioni) rispetto al 6,7% dei loro coetanei non militari. Essere giovani, dispiegati in ruoli di combattimento e vivere eventi traumatici sono tre fattori collegati a un aumento del rischio di violenza quando il personale di servizio torna alla vita normale, così come l'abuso di alcol e il disturbo da stress post traumatico (dspt).

Anche se questo tipo di studi è solo all'inizio, ci sono diversi elementi degni di preoccupazione. Sono più evidenti negli Usa, dove il tasso di stress post traumatico tra i militari reduci dalle missioni ha raggiunto il 15%, e dove il tasso di suicidi è arrivato a uno al giorno nel 2012. Secondo la ricerca, rispetto alla popolazione generale, il rischio di comportamenti violenti nel personale militare dopo l'esperienza diretta della guerra è maggiore del 2%.

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