Sclerosi multipla, i sieropositivi hanno meno rischi di contrarla
Può dipendere dal virus o dai farmaci antiretrovirali. In questʼultimo caso potrebbe aprirsi la strada per una terapia
Le persone sieropositive hanno un rischio significativamente ridotto di contrarre la sclerosi multipla (SM), malattia autoimmune incurabile che può causare cecità, paralisi e perdita di sensazioni. Chi vive con l'Hiv ha una probabilità del 60% inferiore di sviluppare la patologia. La scoperta, che può portare a una terapia per la sclerosi multipla, è frutto degli studi condotti presso il Prince of Wales Hospital di Sydney e pubblicati sul Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry.
Una malattia influenza l'altra - Nella ricerca guidata dallo specialista di malattie infettive Julian Gold, sono state rintracciate tutte le 21 mila persone con Hiv dimesse da ospedali inglesi fra il 1999 e il 2011, comparandole con un gruppo di controllo di 5 milioni di pazienti dimessi senza Hiv. Statisticamente, 18 delle 21 mila persone sieropositive avrebbero dovuto contrarre la sclerosi multipla ma ciò è avvenuto solo in sette casi.
A causa del virus o dei farmaci antiretrovirali? - Lo studio, lascia aperta la questione se sia il virus stesso a proteggere dalla sclerosi multipla o se a sopprimerne i sintomi siano i farmaci retrovirali somministrati ai pazienti, come ipotizza lo stesso Gold, che da molti anni lavora nella principale clinica per portatori di Aids/Hiv a Sydney. Lo confermerebbe il fatto che un anno dopo che un paziente era stato dimesso dall'ospedale l'effetto protettivo dell'Hiv è aumentato dal 60 all'80%. Se il trattamento non avesse avuto un ruolo, l'effetto protettivo sarebbe dovuto rimanere al 60%.
La strada per una terapia - Se sarà confermato il ruolo della terapia retrovirale per l'Hiv sui sintomi di sclerosi multipla, e non la sieropositività, sarà possibile formulare delle terapie considerando che "i moderni trattamenti per l'Hiv hanno effetti collaterali molto ridotti, sono relativamente poco costosi e facili da assumere", sostiene Gold.