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Violenza sulle donne, due eventi a New York

Comites accende i riflettori sugli abusi domestici tra gli immigrati e in pochi giorni riesce a salvare le vittime

23 Nov 2025 - 21:06
 © Ufficio stampa

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Due eventi in vista della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, nell’arco di appena due settimane, hanno riempito la sala e spalancato un varco nella coscienza collettiva, che troverà continuità in un terzo appuntamento già previsto per l’inizio del prossimo anno. Questo ritmo serrato è stato possibile grazie a una donazione privata che, come ha sottolineato il Comites di New York – Comitato degli italiani all’Estero, ha fatto la differenza tra poter agire e restare a guardare, cambiando già il destino di donne in condizioni gravissime, immigrate con visti dipendenti dall’abuser, senza lavoro stabile e prive di una rete familiare negli Stati Uniti.

Il Presidente del Comites, Enrico Zanon, ha riconosciuto l’impatto di questo sostegno economico e la responsabilità morale che ne deriva: “Sono davvero soddisfatto che il Comites abbia sentito la necessità di affrontare un tema come questo. E sono molto grato a chi ha donato: senza fondi, questo programma sarebbe stato molto più impegnativo". Parole che sottolineano l’urgenza di costruire percorsi di uscita, protezione e autonomia per persone intrappolate tra paura e burocrazia.

Accanto a lui, la Presidente della Commissione Diritti Civili, Claudia Carbone, ha ricordato quanto sia fondamentale “avere uomini alleati nella lotta contro la violenza domestica, perché la battaglia non può essere portata avanti solo dalle donne e deve passare attraverso un cambiamento culturale condiviso, educando bambini e bambine a riconoscere l’amore sano, fatto di rispetto, confini e reciprocità”.

A guidare il dialogo con sensibilità narrativa è stata la giornalista televisiva esperta in comunicazione Francesca Di Matteo, che ha costruito un percorso emotivo e razionale insieme, aprendo con una domanda semplice ma decisiva presa dal titolo di un libro per bambini: “Che cos’è l’amore?”; questo per sottolineare che la prevenzione comincia dall’infanzia, dall’idea che i più piccoli costruiscono su ciò che è sano e non ferisce.

La proiezione di un video della direttrice del settimanale Giallo, Albina Perri, ha restituito un pugno allo stomaco mostrando la scia dei femminicidi in Italia, “la necessità di pene adeguate, l’urgenza di denunciare e di scardinare una cultura che minimizza la violenza maschile spesso accettata come forma culturale”, mentre la lettura di una lettera scritta da una donna immigrata, vittima di un narcisista patologico, sola in un Paese sconosciuto, ha commosso la sala, restituendo il peso di un dolore spesso taciuto e spesso non riconosciuto nella sua violenza. Le parole crude e strazianti della testimonianza rimasta totalmente anonima hanno mostrato un’immagine reale e dolorosa di ciò che molte donne vivono in silenzio: manipolazione, isolamento, paura, assenza di una rete di supporto.

Gli interventi dei relatori hanno offerto una panoramica completa: Alessandra Sabbatini, Licensed Clinical Social Worker e terapeuta familiare, l’antropologa e psicoterapeuta Leide Porcu, Jenny A. Proano, rappresentante dell’ufficio del Sindaco di New York End Domestic and Gender-Based Violence (ENDGBV), la Master Certified Life & Career Coach Francesca Carelli, María Isabel Dicent, scrittrice e poetessa, Jessica Earle Gargan, Giudice della Corte Suprema Penale del Queens, Daniela Castro, Direttrice operativa del Lenox Hill Neighborhood House, Sara Martinez, Senior Economic Empowerment Specialist presso Sanctuary for Families.