L'incontro con la cantante, musicista e performer
di Giancarlo Bastianelli© Michele Dolci
Tra i concerti più interessanti e originali della stagione del Museo Casa Menotti di Spoleto, si colloca quello della cantante, musicista e performer Stefania Avolio. La terrazza panoramica del Museo, ha ospitato una performance di forte impatto; che ha visto protagonista un'interprete originalissima; sospesa tra voce, tastiera ed elettronica. Stefania Avolio, ha presentato soprattutto brani del suo nuovo lavoro.
Del progetto abbiamo parlato con l'artista, gradita ospite a "Popular". "I have been here", cioè "Io sono stata qui", racconta Stefania Avolio, "nasce dalle esperienze della mia vita, quelle che personalmente ritengo le più importanti, dalla fine del lockdown in poi. Il testo del primo brano che si intitola 'White Veil', l'ho composto subito dopo la fine di quel periodo. Sono andata in montagna, c'era la neve, ho visto con occhi diversi le zone che amavo frequentare, in un momento in cui non c'era nessuno. Il lockdown è servito per molti di noi a pensare, riflettere e mi ha aiutata a vedere luoghi che conoscevo bene, con una prospettiva diversa. Alcuni brani del mio nuovo album parlano della natura. La maggiore fonte di ispirazione per me è l'ambiente; non solo quello del Veneto, la regione dalla quale provengo , ma ad esempio di luoghi come l'Islanda dove sono stata recentemente in concerto e che ho trovato una terra incredibile. Anche in questo nuovo lavoro come nei due precedenti, parlo dei miei ricordi d'infanzia. Parlo anche di un mio ricovero in ospedale che mi ha dato insegnamenti importanti.
Quali sono stati i tuoi punti di riferimento?
Sono cresciuta con diverse grandi voci come: Celine Dion, Mariah Carey e Whitney Houston, cantavo da piccola le loro canzoni nella mia cameretta, mettendo "a palla" il volume dello stereo, affinché gli altri non mi sentissero cantare. Più di tutte però mi è piaciuta Enya, con lei ho passato tantissimo tempo ad ascoltare canzoni, mi ha molto ispirata con la magia della sua musica e della sia voce. Citerei dal passato Kate Bush, oggi Ane Brun o in campo maschile Asaf Avidan. Bjork è unica sa essere geniale, cambiando continuamente ed è un'artista della parola.
Cosa significa per te essere non solo cantante, ma anche musicista?
Sono pianista, diplomata al Conservatorio, suono da quando avevo 4 anni. Anche attualmente, componendo, parto sempre dal pianoforte poi aggiungo l'elettronica e la ritmica che occorrono per le mie performance. Tra le mie insegnanti c'è Vanessa Tagliabue Yorke; lei mi ha aperto un mondo non dandomi regole precise, ma mettendomi nelle condizioni di tirare fuori il meglio dalla mia voce. Senza imitare nessuno, con lei ho iniziato una ricerca che sto ancora portando avanti e che cerco di trasmettere ai miei allievi, ai quali insegno canto e pianoforte.
Intanto, mercoledì 29 ottobre uscirà "My Gymnopédie No.1 - Rework", il nuovo singolo di Stefania Avolio, una personale reinterpretazione di uno dei brani strumentali più celebri di Erik Satie, realizzata in occasione del centenario della sua scomparsa. Il testo affronta il tema del distacco dalla casa d’infanzia e dai genitori, vissuto in età adulta: un passaggio carico di libertà e scoperta, ma anche di malinconia e consapevolezza, sentimenti universali che accompagnano la crescita e il cambiamento. Il brano è accompagnato da un video realizzato insieme alla ballerina e acrobata di circo contemporaneo Elisa Mutto, che interpreta visivamente questo equilibrio tra leggerezza e nostalgia.